Le varie “teorie del complotto” si sono sbizzarrite su questo evento, specialmente sugli alieni trovati senza vita. Nel 1997, un ex colonnello dell’esercito americano Philip James Corso ha pubblicato un libro che ancora oggi sembra una vera e propria “bomba” e da cui in seguito è uscito un numero enorme di diverse teorie del complotto. Un punto culminante era nei corpi degli alieni. Il titolo del libro è già un programma: “The day after Roswell” (Roswell il giorno dopo) e divenne sensazionale tra gli ufologi e i sostenitori delle teorie del complotto. L’autore del libro, Philip James Corso, era un ex colonnello militare che prestò servizio nell’esercito degli Stati Uniti dal 1942 al 1963. Nel libro, Corso affermò di aver diretto personalmente il dipartimento che custodiva e studiava i rottami di un UFO caduto a Roswell (New Messico) nel 1947 e rivelò molti segreti e misteri di questo evento.
In generale, tutto quanto sopra non si adatta al fatto che alla fine degli anni ’90 improvvisamente si interessò agli argomenti UFO, pubblicò il suo libro, e partecipò anche ripetutamente a un’intervista con la popolare radio paranormale “Coast to Coast AM”. E in un’intervista e in un libro, Corso ha ripetutamente affermato che il governo degli Stati Uniti stava nascondendo la verità su UFO e alieni al fine di avvantaggiarsi tecnologicamente. Secondo lui, anche la famosa iniziativa di Star Wars di Reagan (Strategic Defense Initiative) era destinata non tanto contro i satelliti sovietici quanto contro la potenziale invasione di navi aliene in orbita terrestre. Nello stesso libro, “The Day After Roswell”, Corso descrisse non solo il relitto di un UFO, ma parlò anche di quei “corpi alieni”. Secondo Corso, tutti i segni indicavano che questi alieni “grigi” non erano realmente alieni, ma biorobot creati appositamente da qualcuno per lavorare ed esplorare altri pianeti. Corso scrisse che, per quanto ne sapeva, nessuno aveva mai visto veri alieni, e tutti i testimoni o rapiti si trovavano di fronte solo a “macchine bio” con gli occhi grandi e neri.
Per dimostrarlo, Corso descrisse ciò che vide durante l’autopsia dei corpi di questi “grigi” trovati tra i rottami di Roswell. Non avevano alcun sistema digestivo, mentre i loro corpi erano collegati elettronicamente con i controlli della navicella spaziale. “Forse dovremmo considerare questi UBO (oggetti biologici extraterrestri), come indicato nei rapporti dell’autopsia, come robot umanoidi, e non come forme di vita, specificamente progettate per percorrere lunghe distanze nello spazio e nel tempo”, ha scritto Corso. “Anche se i medici non riuscivano a capire come funzionava il loro corpo in termini di chimica, hanno scoperto che non conteneva elementi di base sconosciuti alle persone. Di particolare interesse era il liquido che circolava in loro in luogo del sangue”. In questi robot biologici, i sistemi circolatori e linfatici erano stati combinati. Se c’era qualche tipo di scambio di nutrimento in questi sistemi, allora avrebbe potuto verificarsi solo attraverso la pelle o qualche rivestimento protettivo esterno che indossavano, perché non avevano un sistema digestivo o un modo attraverso il quale i resti di cibo lasciano il corpo.
Crediamo che tutto questo ha senso, biorobot per fare viaggi interstellari che per gli “umani” e simili sarebbe quasi impossibile fare visto le distanze enormi ed i tempi occorrenti per percorrerle con tutti i rischi che ne conseguono. Anche noi terrestri, nel nostro piccolo, abbiamo inviato delle sonde robotiche senza equipaggio per fotografare e conoscere lo spazio. Chi ha progettato i biorobot ed inviati nello spazio è indubbiamente una civiltà molto avanzata nella tecnologia e nella scienza, intanto, con questo sistema, studiano il cosmo e le altre civiltà.