Giovanna D'Arco e le Voci Divine
GIOVANNA D'ARCO - la pulzella d'Orleans
LA PULZELLA D’ORLEANS
di SALVATOR FRIXEIDA
Giovanna d’Arco: un altro esempio storico dell’intromissione di entità " MISTERICHE "nel cammino storico dell’umanità.
I professionisti della Storia hanno studiato a fondo tutti gli incredibili dettagli e le gesta di questa fanciulla. Però non vanno oltre i meri fatti.
Inevitabilmente rimangono stupefatti di fronte a questi, ma non ci spiegano come mai una giovinetta di diciassette anni, che non sapeva leggere né scrivere, nata in piccolo villaggio della Lorena, che fino ad allora non aveva fatto altro che pascolare le pecore ed aiutare i genitori a coltivare i campi, riuscì a realizzare un’opera tanto grande in così poco tempo.
Naturalmente la maggior parte di loro, a cui andrebbero aggiunti medici e psicologi che hanno condotto uno studio approfondito della sua personalità, basandosi sui numerosi documenti dei processi a cui la sottomise l’Inquisizione, sostengono che Giovanna era una psicopatica che sentiva continuamente delle “voci” che attribuiva a San Michele, Santa Caterina, Santa Margherita e ai suoi “spiriti protettori”.
Gli storici credenti, al contrario sono convinti che le voci erano effettivamente quelle di San Michele e delle sante protettrici che Dio le inviava e la guidava perché salvasse la Francia.
Indipendentemente dall’interpretazione dell’origine delle voci e delle sue visioni, al processo per eresia che subì, i giudici e le autorità erano convinti che la ragazza avesse dei poteri sovrannaturali mediante i quali era riuscita a realizzare le prodezze che le venivano attribuite.
Quello che a loro interessava, però, era definire se questi poteri venivano da Dio o dal diavolo.
Per invidie, gelosie e intrighi politici si decise che venivano dal diavolo e la povera Giovanna fu condannata al rogo sul quale morì il 30 maggio del 1431.
Quali sono gli argomenti su cui mi baso per affermare che Giovanna d’Arco è un esempio dell’intervento degli “dei” nella storia umana?
Sono molti e tenterò di riassumerli brevemente.
In primo luogo farò una breve escursione sui paralleli fra la vita di Giovanna e quella di Gesù:
Entrambi avevano come missione la remissione e la salvezza del popolo; lei del popolo francese e lui del mondo intero;
Entrambi erano in comunicazione con (o furono aiutati da) entità extraumane per realizzare il grande compito che era stato loro assegnato;
Entrambi realizzarono cose stupefacenti, impossibili per una persona normale;
Entrambi erano dotati di poteri sovrumani;
Entrambi furono traditi, consegnati alle autorità ed eliminati con il supplizio;
Entrambi furono glorificati dopo la morte.
Come abbiamo già detto, questo parallelo potrebbe applicarsi a molti altri eroi e fondatori di religioni.
Al tempo di Giovanna l’Inghilterra dominava buona parte del territorio francese.
Molti nobili francesi parteggiavano apertamente per il re d’Inghilterra, altri avevano con lui degli accordi segreti e i rimanenti rifiutavano di ubbidire al re di Francia; dovunque regnavano scoramento e disorganizzazione.
I nobili si combattevano l’un l’altro con i loro con gli eserciti privati. Di conseguenza la fame e la miseria regnavano sovrane su tutto il regno.
Oppresso da tante calamità e vedendosi completamente impotente e pieno di dubbi, il re aveva pensato addirittura di fuggire in Scozia o in Castiglia.
Questa era la Francia che quella povera contadina voleva salvare.
Se avesse detto soltanto che “sentiva delle voci” probabilmente nessuno le avrebbe dato retta perché “sentire delle voci” è una vecchia malattia della mente conosciuta dai medici di tutti i tempi.
Ma Giovanna, non solo sentiva e vedeva, ma agiva; come molti “illuminati” o “scelti” manifestava “poteri”, davanti ai quali la gente si inchinava.
Giovanna chiese udienza al re, che non aveva mai visto, e i nobili cortigiani prepararono una trappola per screditare la ragazza davanti a tutta la corte: fecero sedere un altro personaggio sul trono, mentre il re stava nascosto fra gli invitati.
Giovanna guardò il trono ed immediatamente i suoi occhi si volsero nella direzione in cui il vero re era mezzo nascosto e si prostrò davanti a lui e quando il re si abbassò verso di lei per farla alzare, Giovanna lo confortò sottovoce riguardo ai turbamenti della coscienza che da tempo lo angustiavano.
Quando Giovanna concluse il suo discorso, l’aspetto del re, Carlo VII, debole e semideficiente, era cambiato completamente.
Il suo animo, sempre depresso e indeciso, si era colmato di coraggio e decisione. Sentiva di essere davanti ad un essere straordinario, che non solo conosceva tutti i suoi pensieri segreti, ma che era anche in grado di aiutarlo nella difficile impresa di unire tutti i Francesi e di cacciare gli invasori inglesi dai suoi domini.
Da questo momento inizia una serie di accadimenti che non hanno un’umana spiegazione: l’organizzazione di un esercito che fino ad allora era stato profondamente diviso dall’odio e dalle rivalità fra i suoi vari comandanti; la serie di battaglie e di vittorie sull’esercito inglese molto più forte e meglio organizzato e, soprattutto l’ascendente che Giovanna esercita su tutta la soldatesca brutale e anarchica che fino ad allora si era rifiutata di obbedire anche ai suoi superiori diretti.
Le voci dicevano a Giovanna come schierare i vari battaglioni, dove piazzare le balestre e i cannoni, su quale fianco attaccare e quale era il lato debole del nemico.
In pieno combattimento si poneva al bordo del fossato, in un luogo ben visibile e da lì, circondata da una nube di frecce sparate contro di lei, arringava le truppe, dava ordini. I suoi “amici del cielo” la proteggevano.
Nel volgere di un anno, dalla sua entrata in scena, il panorama politico della Francia cambiò completamente. Gli Inglesi erano in ritirata e il desiderio di riconquistare l’indipendenza della patria era rinato in tutti gli angoli della Francia.
E tutto questo realizzato in solo pochi mesi da una povera ragazzina di campagna semplice ed ignorante.
La seconda parte della sua vita, ovvero, la prigionia, la condanna e la sua esecuzione sul rogo da parte delle autorità ecclesiastiche è ancora una volta la conferma che Giovanna era solo uno strumento dei “signori di questo mondo” o se si vuole un gioco (videogame n.d.t.) col quale “gli dei” si sono divertiti come passatempo.
Considerando la totale mancanza di logica che abbiamo nella sua caduta repentina dopo un’ascesa folgorante, c’è un considerevole parallelismo con quello che accadde a tanti altri “salvatori” cominciando dallo stesso Gesù Cristo, come abbiamo già sottolineato.
L’abbandono all’ultima ora da parte delle “guide” è una cosa molto frequente fra gli “eletti”.
Il perché di questo abbandono è qualcosa che sfugge a noi mortali, però lo vediamo ripetersi costantemente, soprattutto fra i “redentori” e fondatori di religioni – che fanno tutti una brutta fine e i “contattati” che terminano i loro giorni ammalati o pazzi senza avere capito il senso delle loro esperienze, alla luce delle promesse avute e non realizzate.
Giovanna, per invidia dei generali e dei nobili, fu tradita e venduta per denaro agli Inglesi – altro parallelismo con Gesù Cristo – che si avvalsero dei tribunali ecclesiastici per farla sparire nel rogo.
Durante la prigionia fu martoriata in tutti i modi e, per tutti questi mesi “le voci” continuavano a parlarle. Le davano la forza per sopportare le vessazioni e le sofferenze e per rispondere agli interminabili interrogatori a cui la sottoponevano i tribunali ecclesiastici.
Però non la liberarono dai tormenti, anzi, la ingannavano dicendole che “sarebbe stata liberata in una grande battaglia” che non ebbe mai luogo.
Quelle voci che l’avevano guidata fin nei dettagli più insignificanti e l’avevano avvertita dei pericoli che la sovrastavano, nel momento cruciale non la prevennero dalla trappola che le avevano tesa per farla prigioniera.
Ingenua fino alla fine, non si lamentò quando si vide ingabbiata e ammanettata, bruciata viva sul rogo, succube come era dei suoi “spiriti protettori”.
Anche Socrate, altro “illuminato” fu abbandonato all’ultima ora dal suo daimon che tanto fedele gli fu per tutta la vita.
Ecco come Platone riporta le sue parole nella “Apologia di Socrate”:
“Il mio daimon, lo spirito divino che mi assiste, fino ad oggi mi permetteva di sentirlo molto frequentemente, anche a proposito di cose di poca importanza, in ogni momento in cui stavo per fare qualcosa che non mi conveniva. Ebbene oggi, quanto mi succede, come vedete, qualcosa che potrebbe considerarsi la più gran disgrazia – (si riferiva alla sua condanna a morte) – non solo non si è fatto sentire quando sono uscito di casa ma neanche quando mi trovavo davanti al tribunale e tanto meno per prevenirmi quando dovetti parlare, benché in altre occasioni molto meno gravi mi obbligò a tacere anche contro la mia volontà. Oggi invece, davanti ai giudici, neanche per un istante mi ha impedito di fare o dire quello che volevo, anche se questo poteva nuocermi. A che devo attribuire questo?…”
Giovanna d’Arco è il simbolo personalizzato dell’umanità intera che per secoli ha seguito ciecamente “le voci divine” che le sono arrivate tramite le varie religioni e in fin dei conti è stata crudelmente utilizzata e “scaricata” quando non è stata più utile al “disegno divino”.
Dopo pochi mesi Giovanna fu riabilitata e glorificata dagli stessi tribunali ecclesiastici che l’avevano condannata e dalla stessa Chiesa che l’aveva bruciata viva.
Ma questo appartiene alla farsa umana che noi uomini sappiamo recitare benissimo anche senza l’aiuto degli dei.
Questi si compiacciono “dall’alto”, vedendo le “imprese” storiche che tanto seriamente pratichiamo e che in molte occasioni sono solo le conseguenze dissimulate dei loro perversi intrighi di potere fra le loro stesse fazioni per il dominio sulla Terra e sugli esseri umani.
SALVATOR f
FRIXEIDO