FORCHE CAUDINE - Breve Storia
Le forche caudine
Forchia.
Comune Campano della provincia di Benevento.
Sindaco Margherita Giordano
dal 14 giugno 2004.
Territorio:
Altitudine 282 m s.l.m.,
superficie 5 km quadrati, abitanti 1.226 ( 31 dic.2010 )
Cod. postale 82011,prefisso 0823,
Nome abitanti " forchianti", patrono S. Nicola di Mira,
festa cittadina 6 dicembre.
Storia :
Forchia sembra avere origini antecedenti all'impero Romano.
Il suo nome deriverebbe dal latino forculae
che sta per forche,
a richiamare la famosa Battaglia delle Forche Caudine
quando nel 321 a. C.
i sanniti guidati da Caio Telesino
sconfissero due legioni romane e le costrinsero a subire
l'umiliazione del passaggio sotto il giogo.
Alcuni ritrovamenti archeologici
( le rovine di un antico monastero di Forchia chiamato Santa
Maria del Giogo ) indicherebbe il luogo
dove avvenne l'episodio.
( guerriero sannita )
Il luogo esatto.
Sebbene ancora oggi il luogo esatto dove avvennero i fatti del
321 a.C. rimanga vago, Arpaia rimane il sito con maggiori
sostenitori.
Vale la pena, però, di prendere in seria considerazione la tesi
di Simone Porcaro nel suo
"I sanniti ed il samnium"
(A.G.M. oct. 2004, Ceppaloni BN)dove con dovizia di particolari
sostiene che tra i territori degli antichi Caudini ed Irpini non c'è
luogo più adatto che quello dello stretto di Balba (oggi Barba)
dove potrebbero essersi svolti i fatti, lungo la SS 88 che collega
Benevento ad Avellino.
Egli sostiene che il termine imboscata debba necessariamente
essere usato per un'azione di guerra o guerriglia portata in un
luogo chiuso, con varco angusto in entrata e possibilmente in
uscita, senza scampo di sorta.
Lo stretto di Balba si presenta proprio in questo modo: un
ingresso, dal lato Benevento, ancora oggi largo pochi metri,
una lunghezza di circa due chilometri con pareti alte e
scoscese per tutto il tratto ed un'uscita al lato di Avellino
anch'essa stretta, insomma
una vera e propria trappola come la descrive Tito Livio.
La topografia del territorio in questione ha anche subito pochi
o nulli cambiamenti in circa due millenni, visto che i resti
dell'antico acquedotto Sannitico che seguono il corso del sabato
e la SS 88 rimangono ancora ben visibili ed alti dal livello della
strada solo un paio di metri.
Ma perché i romani dovevano passare proprio per questo luogo?
È semplice: dovendo percorrere la via più breve da Capua a
Lucera (la Luceriam Irpina) e dovendo evitare il Taburno
passarono per Saticola (Sant'agata de' Goti), Castro
Casinatium(Montesarchio), Monte tiglio (Beltiglio) ed infine lo
stretto di Balba.
Ancora oggi da quelle parti vi sono delle locuzioni che
ricordano un'antichissima memoria: "nessuno ti vuole mettere
la forca"; o ancora: "non posso andare alla forca". Il toponimo
stesso Balba potrebbe derivare dalla successiva centuriazione
romana a favore dei Balbus a cui furono date quelle terre
ricche di boschi e di acque.
A scapito di Arpaia e zone limitrofe i fatti: non ci sono tracce di
luoghi validi per un'imboscata, erano all'epoca territori
acquitrinosi e pare che ci fossero addirittura dei laghi,
Arpaia e Forchia
specialmente, hanno origini più recenti.
xxxxxx
L'avvenimento è ricordato anche da Nicolò Macchiavelli:
"Era, come di sopra si è detto, il Consolo e
lo esercito romano assediato da Sanniti,
i quali avendo posto ai Romani
condizioni
igniominiosissime
( come era volergli mettere sotto il giogo, e
disarmati rimandargli a Roma ),
e per questo stando i Consoli come attoniti,
e tutto lo esercito
disperato...
( Nicolò Macchiavelli )
Quali furono le reazioni di Roma ?
L'esercito romano si diresse verso l'alleata Capua senza osare entrare in città.
I Capuani uscirono per portare soccorso in cibo, vestiti, armi e
perfino i simboli del potere per i consoli.
Ma i romani sembravano abulici e concentrati nel dolore e
nella vergogna.
A Roma, alla notizia del disastro, si abbandonò l'idea di una
nuova leva e si ebbero spontanee manifestazioni di lutto:
furono chiuse botteghe e sospese le attività del Foro.
I senatori tolsero il laticlavio e gli anelli d'oro.
Addirittura ci furono proposte di non accogliere gli
sconfitti in città.
Questo non accadde ma i soldati, gli ufficiali e i consoli si
chiusero in casa.
Tanto che il Senato dovette nominare un dittatore per
l'esercizio delle attività politiche.
Ma il popolo non accettò le magistrature e si dovette
eleggere due interreges : Quinto Fabio Massimo e Marco Valerio Corvo.
Questi proclamò consoli Quinto Pubblilio Filone e Lucio Papirio
Cursore ,
i migliori comandanti militari dispibili.on