VERITAS NUMQUAM PERIT - La Verità non muore mai!!!
Lucio Anneo SENECA

Piri Reis ( 4 )

I MISTERI DELLA MAPPA DI PIRI REIS ©
di Diego Cuoghi

Parte 1 (Piri Reis) - Parte 2 (Oronce Fine) - Parte 3 (Philippe Buache) - Parte 4 (Atlantide)
Parte 5 (Charles Hapgood e Maps of the ancient sea kings)

«Le mappe medievali non avevano funzione scientifica ma rispondevano alla richiesta di favoloso da parte del pubblico, vorrei dire nello stesso modo in cui oggi riviste in carta patinata ci dimostrano l'esistenza dei dischi volanti e in televisione ci raccontano che le Piramidi sono state costruite da una civiltà extraterrestre.» (Umberto Eco, "Dalla Terra Piatta alla Terra Cava", in "Segni e sogni della Terra", DeAgostini, 2001).



ATLANTIDE SOTTO GHIACCIO?

 

Non solo Erich Von Daniken e Graham Hancock hanno ripreso le teorie di Charles Hapgood sulla mappa di Piri Reis e altre rappresentazioni cartografiche medievali e rinascimentali.
Flavio Barbiero ha infatti pubblicato il libro "Una civiltà sotto ghiaccio" in cui ipotizza che la leggendaria Atlantide si trovi sepolta sotto i ghiacci dell'Antartide. Barbiero è un ingegnere, entrato nella Marina Militare nel 1961 ha successivamente trascorso gran parte della sua carriera professionale nei centri di ricerca della Marina Militare e della NATO. Purtroppo anche lui, a metà di un libro altrimenti serio e documentato, non resiste alla tentazione di vedere nelle mappe antiche quello che non c'è mai stato.

In "Una civiltà sotto ghiaccio", oltre alla mappa di Piri Reis, sono pubblicati diversi mappamondi medievali el'autore afferma che il mondo che viene lì rappresentato è Atlantide, che è identificabile con l'Antartide. In quelle carte riconosce il Mare di Ross, la baia di McKenzie, la zona di Weddell e altre parti del continente attorno al Polo Sud. A proposito di alcune mappe afferma che si tratterebbe della rappresentazione di Atlantide/Antartide come era 10.000 anni fa, di altre dice che la raffigurerebbe addirittura nel Pleistocene (il periodo compreso tra 1.600.000 e 11.000 anni fa).

Tutto questo senza curarsi del fatto che in quelle carte compaiono chiaramente non solo nomi geografici europei, asiatici e africani, ma anche rappresentazioni di luoghi mitici come il Paradiso Terrestre, o delle tombe degli Apostoli.... Vediamo qualche esempio delle carte che rappresenterebbero Atlantide.

 

Planisfero tratto dalla Grandes Croniques di Saint Denis, 1364-1372.

Barbiero afferma che il disegno raffigura Atlantide, quindi l'Antartide. Vi riconosce la "fitta rete di canali analoga a quella descritta da Platone".
Si tratta invece di una delle tante raffigurazioni medioevali composte secondo lo schema tripartito Asia (in alto) Europa (in basso a sin.) e Africa (in basso a destra). Il mondo, al cui centro è Gerusalemme, è circondato dall'Oceano, oltre il quale sono raffigurati i dodici venti. Si notano anche molte città fortificate (Roma, Atene, Costantinopoli, Nazareth, Damasco, Babilonia, Alessandria) e diverse regioni (Spagna, Inghilterra, Grecia, Germania, Ungheria, Egitto, Etiopia, Mesopotamia, Sardegna, Sicilia, Cipro...), tutte con la loro denominazione ben in evidenza.
Sono rappresentati anche i mitici Gog e Magog (Ezechiele, 38-39), così come il Paradiso Terrestre.
Questo tipo di mappamondo non teneva conto delle conoscenze geografiche ma era inteso come una rappresentazione ideale e filosofica e si basava sullo schema O-T, derivato dai manoscritti di Isidoro di Siviglia, che possiamo vedere nelle immagini seguenti.

 

Da notare che proprio questo era anche l'orientamento delle cattedrali romaniche e gotiche, che avevano quasi sempre l'abside rivolto a oriente.

Mappa Mundi di Hidgen, dell'Abbazia di Ramsey, 1350.


L'impostazione di questa carta si rifà alla filosofia di Ugo di San Vittore, che concepiva il mondo come un'Arca per tutti i mortali. Nella carta possiamo leggere oltre 200 toponimi, per lo più classici e biblici, quelli in Asia e Africa, moderni quelli in Europa. Si vedono persone che salpano da Brindisi verso Gerusalemme (sempre al centro del mondo), e forse la prima citazione del Passo di San Gottardo. In basso a sinistra è l'Inghilterra, disegnata in rosso con molti dettagli, e piena di raffigurazioni di città. Nel rettangolo vuoto in alto avrebbe forse trovato posto, come in altre mappe simili, il Paradiso Terrestre. Il Mar Rosso è disegnato con grande evidenza in rosso.

Planisfero di Gervasio di Tilbury, 1236

Anche questo planisfero è basato sullo schema a T. Ma la sua peculiarità è che il Mondo è raffigurato come il corpo di Cristo, con la testa in alto, quindi a Est, le mani a Nord e Sud e i piedi a Ovest.

Vediamo raffigurati i luoghi più importanti del mondo (reale e mitologico): il Paradiso Terrestre con i suoi quattro fiumi, il Monte Ararat con l'Arca di Noè, il Gange, le montagne della Cina, la terra dei Persi, l'Egitto con il Nilo e i coccodrilli, la Francia con Parigi, l'Inghilterra e la Scozia, Roma, Venezia...

Anche questa mappa non tiene conto delle reali conoscenze geografiche ma rappresenta il mondo idealizzato, secondo principi filosofico-religiosi.

L'originale è andato distrutto durante la seconda guerra mondiale e ora rimangono solo alcune copie di epoche successive e una fotografia.

Planisfero di Andrea Bianco, 1436

In questa mappa lo schema a T è meno evidente e l'area del mediterraneo inizia ad essere rappresentata in modo più accurato. Anche in questo caso però la predominanza nei luoghi rappresentati è data alle storie bibliche. Due isole mitiche sono posizionate al largo dell'Oceano Atlantico, oltre Gibilterra: la mitica Antilia e Satanaxium, l'isola dei demoni.

A destra lo schema della mappa ruotato di 90°, in modo da portare il Nord in alto..

Secondo Barbiero anche questo mappamondo raffigurerebbe Atlantide 10.000 anni fa.

 

 

 

Mappamondo di Giovanni Leardo, 1448

Continua la serie delle raffigurazioni simboliche del mondo, legate alle concezioni medioevali. Questa (di cui esistono altre due varianti) presenta però alcuni tratti moderni, ad esempio la forma del Mediterraneo e dell'Europa orientale è stata ricavata da portolani (mappe nautiche), certi nomi derivano dalla Geografia di Tolomeo e in alcuni particolari dell'Asia si vede l'influenza di Marco Polo.

Attorno al mondo c'è un calendario degli anni 1448-1494, con la possibilità di calcolare il giorno di Pasqua. Gerusalemme continua ad essere posizionata al centro del mondo, a Nord e a Sud vediamo due zone colorate di rosso e definite inabitabili perchè rispettivamente troppo fredda e troppo calda.

Secondo Barbiero anche questo mappamondo raffigurerebbe Atlantide, in questo caso nel periodo del Pleistocene.

Mappamondo anglosassone o cottoniano, 1025-1050 circa

Più che improntato al simbolismo religioso questo mappamondo rappresenta le grandi civiltà della storia: Babilonia, Media, Macedonia e Roma. Le coste dell'Inghilterra (in basso a sinistra), della Danimarca, del Peloponneso, Francia e Spagna sono rappresentate in modo più realistico di quelle delle altre carte dell'epoca. Non è presente il Paradiso Terrestre. Contiene informazioni di natura enciclopedica, classiche e bibliche. La carta mostra le migrazioni degli Ebrei e cita Betlemme. Gog e Magog sono confinati dietro a un muro nel nord-est dell'Asia, si vedono uomini con la testa di cane e grifoni, e in Africa un leone.

Mappamondo di Hereford, di Richard De Bello, 1290

Secondo Barbiero "la corrispondenza con il profilo dell'Antartide pleistocenica è straordinaria. Si noti la Baia di Ross in alto a destra, la Baia McKenzie a sinistra, entrambe con il loro caratteristico profilo".

Secondo gli studiosi di storia e di cartografia questo, che è il più grande planisfero medioevale sopravvissuto, rappresenta l'apice della tradizione "classica" delle carte geografiche. In alto si può vedere il Giudizio Universale, con la Madonna che prega per il genere umano. Al centro c'è sempre Gerusalemme sormontata da una immagine della crocifissione, i nomi dei luoghi rievocano i quattro imperi della storia umana, i viaggi degli apostoli e le vie dei pellegrinaggi, ma anche storie mitologiche, come quella del Vello d'Oro. Sono raffigurati e nominati precisamente anche Alessandria col suo faro, il delta del Nilo con le Piramidi,il Mar Rosso, l'India col fiume Gange e il solito Paradiso Terrestre in alto, a Est.

L'immagine dell'Inghilterra e del Galles contiene rappresentazioni della Lincoln Cathedral e dei castelli gallesi costruiti di recente per Edoardo I. Inoltre sono rappresentate le rotte commerciali contemporanee in una commistione di significati sacri e profani.

Nel libro di Barbiero sono riprodotte anche altre mappe, tutte identificate con la mitica Atlantide, in tutti i casi senza il minimo fondamento nè una prova di queste affermazioni. L'unico metodo "scientifico" utilizzato dall'autore è la somiglianza. Ma visto che comunque questi planisferi non somigliano affatto all'Antartide di oggi si afferma che raffigurerebbero l'Antartide/Atlantide di centinaia di migliaia di anni fa, addirittura nel Pleistocene. Secondo Barbiero infatti "tutti i planisferi medioevali non sono altro che riproduzioni più o meno stilizzate e adattate di antichissime carte geografiche dell'Antartide".

Quello che però è sfuggito a Barbiero è che in molte di queste carte medievali è rappresentata chiaramente, nell'emisfero sud, la mitica Terra Australis, con un grande mare che la separa dal mondo conosciuto (Europa, Asia, Africa).

 . 

Anche tutte le carte derivate dal Beatus, mostrano chiaramente la regione degli "Antipodes" all'estremo sud del mondo (il sud in queste carte è a destra), e in alcune viene chiaramente disegnato un personaggio che sembra appeso con i piedi sopra la testa (un antipode).

 

Dunque non è possibile che quella che secondo Barbiero è una rappresentazione dell'Antartide contenga al suo interno un'altra rappresentazione della stessa Antartide. Questi mappamondi medievali erano basati sulla fede, sui racconti bilblici e mitologici, non certo su fantomatiche carte geografiche di Atlantide conservatesi non si sa come per più di 10.000 anni e finite nelle mani dei monaci europei (di che materiale avrebbero dovuto essere fatte per durare tanto? e se sono durate tanto da arrivare ai monaci come mai non sono citate da nessuno di loro, e soprattutto dove sono finite?).

Oltretutto all'epoca in cui sono stati disegnati quei mappamondi , e questo dovrebbe far capire lo scopo, esistevano già carte geografiche più accurate che si basavano su osservazioni, misure, resoconti di viaggi. Alla metà del '300 ad esempio (all'epoca dei planisferi di Saint Denis e di Hidgen e prima di quello di Andrea Bianco) risale il meraviglioso Atlante Catalano. Il mediterraneo è disegnato in modo abbastanza corretto mentre l'Asia ha ancora l'aspetto fantasioso tipico dei mappamondi del vecchio tipo a T.

I mappamondi medievali che abbiamo visto in precedenza in questa pagina non erano realizzati da navigatori o da cartografi ma quasi sempre da monaci, all'interno delle Abbazie, per scopi simbolici e religiosi, non pratici. Rappresentavano un mondo spirituale, basato sulle Sacre Scritture e sugli insegnamenti della Chiesa, quindi ciò che ritenevano la realtà della fede e non quella geografica, tantomeno quella dell'Antartide.

Diego Cuoghi 2002


Postilla 2007:

Nel mese di novembre 2007 è stato pubblicato un bellissimo volume illustrato dedicato a queste mappe medievali: "Il paradiso in terra - Mappe del giardino dell'Eden" di Alessandro Scafi. Lo studioso mostra come lo scopo di questo tipo di cartografia, lontanissimo da quella "pratica" destinata alla navigazione, fosse la localizzazione dei luoghi sacri della Bibbia, soprattutto del Giardino dell'Eden che i teologi dell'epoca sostenevano fosse esistito realmente e ancora esistesse ai remoti confini del mondo conosciuto.

«La raffigurazione del paradiso terrestre finì per svolgere un ruolo importante in una cartografia che esprimeva una visione fondata sulla Bibbia. Le carte del mondo prodotte nei monasteri e nelle cattedrali dell'Europa occidentale non erano però esposizioni di teologia, documenti pastorali o attestati di devozione, a differenza delle nostre moderne e scientifiche rappresentazioni della Terra, né erano strumenti di propaganda religiosa o prediche in forma visiva. Esse erano piuttosto rappresentazioni del mondo secondo una particolare concezione, una concezione che teneva conto del testo della Scrittura e degli insegnamenti della fede cristiana. Valutate secondo i loro criteri, le carte medievali del mondo non erano effettivamente meno "scientifiche" di qualsiasi altro tipo di carta. (...) E' importante capire che per gli studiosi cristiani della tarda antichità e del Medioevo la Bibbia forniva la chiave per tutte le forme di conoscenza. Nelle Sacre Scritture si trovava certo una guida spirituale e religiosa, ma in esse si trovava anche il resoconto più autorevole sulla creazione del mondo e la storia della razza umana. La Bibbia forse non forniva una gran mole di informazioni geografiche, ma costituiva il punto di riferimento fondamentale nello studio della cosmologia, della filosofia e della storia.» (Alessandro Scafi)

Qui un articolo sul libro di Alessandro Scafi, pubblicato da La Repubblica (PDF): Le Mappe dell'Eden, di Alberto Manguel



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