Si sono conclusi con successo i primi test su un prototipo dei 34 telescopi di Plato (Planetary Transits and stellar Oscillations), la missione in fase di progettazione dell’ESA dedicata alla scoperta di pianeti attorno ad altre stelle e allo studio della loro struttura interna.
Plato - si legge sul sito Media Inaf - è un satellite tecnologicamente avanzato composto da una serie di piccoli telescopi che hanno però un enorme campo di vista: per la prima volta, infatti, si potranno osservare contemporaneamente immense zone di cielo, alla ricerca del primo pianeta abitabile simile alla Terra.
Dopo il lancio, Plato osserverà un milione di stelle per 6 anni e, fra queste, individuerà mondi alieni che per dimensioni, composizione e temperatura possono permettere lo sviluppo della vita, in modo da poter poi concentrare su essi lo sforzo dei numerosi telescopi spaziali e a terra.
“Abbiamo montato ed allineato il telescopio nei nostri laboratori e misurato la qualità dell’immagine prima e dopo averlo sottoposto agli stress che subirà durante il lancio e alle condizioni in cui si troverà nello spazio”, spiega Demetrio Magrin dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’INAF, che ha definito le forme delle sei lenti che lo compongono. Gli fa eco Valentina Viotto, dottoranda dell’Università degli Studi di Padova, che la definisce “un’esperienza avvincente” e che, assieme ad altri, compone il cosiddetto Team del Telescope Optical Unit, il nome dato ad ognuno dei 34 “occhi” che scruteranno il cielo alla ricerca di mondi in cui potrebbe svilupparsi la vita.
“In questo team – spiega Isabella Pagano, manager del progetto – che raggruppa ricercatori delle sedi INAF di Brera, Catania, Padova e Roma, c’è un grande entusiasmo, che nasce dalla consapevolezza di contribuire in modo sostanziale ad un progetto internazionale che coinvolge più di 400 scienziati in 17 Paesi (la partecipazione italiana al progetto è finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana e coordinata dal prof. Giampaolo Piotto dell’Università di Padova), su cui la comunità scientifica ripone grandi aspettative per lo studio dei pianeti attorno ad altre stelle”.
Antonino Neri