Tolleranza
Tolleranza
https://www.gliscritti.it/approf/mbibbia/mbibbia2008.htm
(da John Locke, Lettera sulla tolleranza, 1689)
Illustrissimo Signore,
poiché chiedete la mia opinione sulla tolleranza reciproca tra i Cristiani, vi rispondo in poche parole che la ritengo il principale distintivo della vera Chiesa.
Infatti, per quanto alcuni possano vantare antichità di luoghi di culto e di titoli o magnificenza di riti; altri la riforma a cui hanno sottoposto il loro insegnamento; tutti, infine, l’ortodossia della loro fede (perché ciascuno è ortodosso per sé stesso), questi, ed altri dello stesso genere, possono essere segni di una contesa tra uomini, per il potere e il dominio, anziché segni della Chiesa di Cristo.
Uno che possegga tutte queste doti, non è ancora cristiano, se manca di carità, di mitezza e benevolenza verso tutti gli uomini in generale, anche quelli che non professano la fede cristiana. «I re dei Gentili esercitano su di loro il dominio, voi non fate così» dice ai suoi discepoli il nostro Signore (Lc 22,25-26) […].
Se infatti dobbiamo prestare fede al Vangelo e agli Apostoli, nessuno può essere cristiano senza carità e senza la fede che agisce con l’amore, non con la forza.
Ora, forse quelli che con il pretesto della religione perseguitano, torturano, riducono in miseria e uccidono gli altri fanno tutto ciò da amici benevoli?
Infatti, per quanto alcuni possano vantare antichità di luoghi di culto e di titoli o magnificenza di riti; altri la riforma a cui hanno sottoposto il loro insegnamento; tutti, infine, l’ortodossia della loro fede (perché ciascuno è ortodosso per sé stesso), questi, ed altri dello stesso genere, possono essere segni di una contesa tra uomini, per il potere e il dominio, anziché segni della Chiesa di Cristo.
Uno che possegga tutte queste doti, non è ancora cristiano, se manca di carità, di mitezza e benevolenza verso tutti gli uomini in generale, anche quelli che non professano la fede cristiana. «I re dei Gentili esercitano su di loro il dominio, voi non fate così» dice ai suoi discepoli il nostro Signore (Lc 22,25-26) […].
Se infatti dobbiamo prestare fede al Vangelo e agli Apostoli, nessuno può essere cristiano senza carità e senza la fede che agisce con l’amore, non con la forza.
Ora, forse quelli che con il pretesto della religione perseguitano, torturano, riducono in miseria e uccidono gli altri fanno tutto ciò da amici benevoli?