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Lucio Anneo SENECA

Enki - Eridu

 Capitale eretta da Enki - Eridu

ERIDU è ancora oggi, dopo le poche e intense campagne di scavo archeologico che ne rivelarono, già alla metà del secolo scorso i suoi oltre settemila anni di vita, unanimemente riconosciuta come una delle più importanti capitali sante della Mesopotamia antica, come il luogo abitato dal dio della creazione Enki, e come la sede prediletta degli dei, da cui, secondo il testo cardine della più arcaica storiografa vicino-orientale, la Lista Reale sumerica, sarebbe discesa, prima del diluvio, la regalità in terra
Eridu la casa dell'oceano primordiale, ebbe una cita di 7000 anni
Epicentro del mondo sumerico: il luogo santo del maggior tempio dedicato al Dio della creazione Enki, la prima sede della regalità data dagli dei all'uomo è l'area culturale che avrebbe ospitato la storia biblica del Giardino di Eden.
Il territorio di Eridu si configura per la sua importanza, sin dalla fine del VI secolo a.C.
Nelle fonti letterarie storiche e religiose della Babilonia il dio Enki di Eridu, colui al quale 2appartiene il fabbricare", e ideatore dell'umanità e del suo destino, , la proteggerà infatti dal castigo del Diluvio, rivrlando al suo devoto Ziusudra ( nonchèè figlio avuto con una femmina terrestre) il segreto della vita aterna; il tempio di Enki ad Eridu fu per almeno .000 anni, continuativamente, la residenza del dio nell'Oceano Primordiale e divenne meta di pellegrinaggi rivolti al capo del pantheon sumerico, padre di Marduk, il diopoliade di Babilonia; nella Lista Reale sumerica, un prezioso documento lasciato in numerose copie, che annovera meticolosamente il succedersi delle dinastie in Mesopotamia sin dagli inizi della creazione, Eridu èè ricordata come iol primo centro regale, e dal quale laregalità mosse per la prima volta nella storia; inoltre i capitoli 2 e 3 del Genesi che riferiscono la creazione del Giardino dell'Eden, certo redatti in un contesto intellettuale sui più arcaici e pervasivi miti della Babilonia, potrebbero aver avuto come riferimento mitologemi del paese di Sumer.
Tra questi deve essere ricordato proprio quello del divieto da parte di un dio a mangiare frutti che avrebbero dato l'immortalità un tema che accumuna la scelta del saggio Adapa di Eridu, scelta simile, sulla base della quale, è stata anche ipotizzata un'analogia letteraria tra ilo mito di Adapa e la storia biblica di Adamo, e una relazione topologica tra il giardino dell'Eden e i paesaggio mitopoietico di Eridu. 

CAMPAGNE DI SCAVO ARCHEOLOGICHE NELL'AREA DI ERIDU

La storia dell'esplorazione archeologica di Eridu inizia nel pieno dell'era coloniale, e precisamente nel 1855 grazie a un primo intervento sul sito di due settimane suggerito da Sir Henry Rawlinson , induscusso padre dell'Asseriologia , realizzato da John George Taylor , agente della Compagnia delle Indie Orientali e viceconsole di Bassora, nel sud dell'Iraq.
Dopo questo periodo le ricerche sul sito vennero abbandonate per ben sessantaquattro anni e riprese solo nel 1918 quando ol maggiore Reginald Campbell Thompèson venne dislocato nell'area di Eridu per iniziare una seconda esplorazione archeologica, per tre settimane, dal 10 aprile all''8 maggio , l'archeologo Cambell Thompson intraprese un intenso lavoro sul campo, che impegnò diversi prigionieri di guerra turchi come manodopera per lo scavo stratigrafico di alcune trincee poi documentate in modo molto particolareggiato.
L'approccio cambio' radicalmente, l'anno successivo , nel 1919, quando gli scavi di Abu Shahrein vennero ripresi dall'egittologo H.R.Hall che cercò di individuare edifici monumentali come quelli che contemporaneamente emergevano dagli scavi archeologici della vicinissima Ur diretti da leonard Woolley, nominato Sir per la scoperta del tesoro conservato tra i corredi del celeberrimo Cimitero Reale.
Sebbene queste ricerche, come le precedenti, si concentrarono solo in Abu Shahrein ( Eridu come è oggi chiamata in arabo), fu da questo momento in poi che si concretizzò l'immagine del sito come una "cattedrale nel deserto" , abbandonata poi alla fine del terzo millennio a. C. , immagine che venne confermata, in parte, dall'unica vera ricerca sistematica che ebbe il sito nella sua interezza, quella che fu ottenuta dagli scavi iracheni diretti da Fuar Safar con il supporto tecnico l'archeologo britannico Seton Howard Frederick Lloyd tra il 194 e il 1949, ricerche pubblicate a Bagdad  nel 1981.
Se le ricerche sul campo non continuarono, dunque, nel 1949, lo studio dei materiali ceramici di Eridu condotto da Joan Oates nel 1960 dimostrò però la peculiare rilevanza del sito come centro originario della cultura sumerica, e le indagini territoriali condotte ai margini del paese di Sumer da Henry Wright,   pubblicate nel 1981 da Robert McC Adams 
interpretarono la regione compresa tra Ur ed Eridu come un settore strategico destinato all'analisi socio-economico della rivoluzione urbana mesopotamica, un settore nel quale la ricerca avrebbe potuto esplorare le prime forme organizzative della complessità sociale  e le radici politiche quanto antropologiche ed economiche del primo urbanesimo.

QUAL'ERA LA SRTUTTURA DELLA CITTA' E COSA NE RIMANE ? 

La città di Eridu si estende, come tutte le più antiche della Mesopotamia meridionale, su una superficie molto estesa che Safar e Lloyd inserirono all'interno di un'area topografica quadrata estesa 5 chilometri per lato. 
Si tratta di un sito enorme le cui dimensioni non è ancora oggi facile stabilire perchè si dispone su diverse colline antropiche, ravvicinate ed emergenti all'interno di una zona paludosa, solo in minima parte esplorate con ricognizioni di superfici e piccoli sondaggi.
 Questa morfologia insediamentale è la peculiare struttura urbanistica di insediamenti che si sono adattati alla palude e che orbitano intorno alla collina antropica più grande, spesso anche la più importante. 
Per dare solo l'idea di questo mitico sito, i cui ultimi scavi risalgono agli anni quaranta del secolo scorso e vennero pubblicati parzialmente nel 1981, è bene ricordare che nella colllina più grande delle sette individuate e riconosciute da Safar e Lloyd , in Abu Shahrein sotto l'imponente ziqqurat della fine del III millennio a.C. è stata rinvenuta la spettacolare sequenza architettonica del tempio del dio Enki; a poca distanza, fuori da un possente recinto sacro, è collocata una delle aree cimiteriali tra le più antiche  e grandi di tutta l'Asia occidentale, un'area occupata da migliaia di tombe databili, in massima partre , alla fine del V millennio a. C. , infine, a poche centinaia di metri da Abu Sharhein venne edificato, ed èancora visibile in rovine, uno dei più imponenti palazzi reali della seconda metà del III millennio a.C,, sede ricchissima di una potente dinastia locale.

QUALE DIBATTITO HA  ANIMATO LA RIFLESSIONE STORIA E ARCHEOLOGICA SU ERIDU E IL SUO RUOLO NEL RACCONTO MITICO DELLA CREAZIONE E DEL BUON GOVERNO ? 

Il legame indissolubile tra la città santa di Eridu, e il dio della creazione Enki è documentato sia nei testi più antichi della Babilonia che delle evidenze archeologiche, e costituisce uno dei nuclei concettuali più forti del pensiero creatore di miti mesopotamico.
Questo nucleo che definisce il principale costrutto intellettuale dell'identità sumerica si fonda su un sistema di relazioni molteplici, diversificate e complementri condivise, tradotte per migliaia di anni e trasmesse sul piano figurativo e letterario, in tutti i periodi della lunga storia orientale antica; sarà riconoscibile il ruolo di Enki come il dio della creazione per eccellenza, l'identifcazione di Eridu come la prima città a ricevere l'istituzione regale, e - inoltre - la centralità del suo tempio maggiore , la "Casa dell'Apsu", come fondazione cosmica che ha stabilito l'ordine del mondo e che custodisce i sacri destini dell''uomo. 
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"Eridu, Enki e l'ordine del mondo "possono essere allora considerati tre corollari, tre distinti sistemi semiologici su cui è poggiata la mitopoiesi della creazione più antica ad oggi conosciuta e la prima esegesi delle istituzioni politiche di governo intese - come la suprema espressione di un giusto ordine . 

Tratto da:
"Eridu, Enki e l'ordine del mondo" di Marco Ramazzotti -
edito da Le Monnier Università. -