Secondo gli storici, infatti, il nome Norea (o Crea, a seconda dei vangeli gnostici) sarebbe la traduzione greca del nome ebraico Naama’, con cui nella Genesi viene chiamata la sorella di Tubai-Cain, discendente di Caino.
Come mai dare tutta questa importanza a una donna che nel racconto dell’Antico Testamento compare soltanto una volta e per di più all’interno di un lungo elenco di nomi come quello della discendenza di Caino?
Per rispondere a questa domanda occorre osservare non solo la Bibbia, ma anche la cultura popolare giudaica collegata ai Testi Sacri: in questi racconti leggendari, che già circolavano in forma non scritta al tempo di Gesù e degli gnostici, Norea-Naama aveva infatti un ruolo di primo piano.
In particolare esiste un antico mito, messo per iscritto solo in epoca medievale nel Racconto di Shemhazai e Azazer, che narra di come Naama fosse stata la bellissima donna mortale che aveva addirittura fatto innamorare di sé alcuni degli Angeli della corte celeste, spingendoli a tradire Dio e a unirsi carnalmente con lei.
Questo mito dell’unione incestuosa tra gli Angeli e alcune donne umane è presente, sebbene in forma ridotta, anche nella Genesi: Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i Figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero.
Due di questi Angeli, in particolare, tradirono esplicitamente il divieto di Dio riguardante l’accoppiamento con la razza umana e spinsero anche molti altri compagni a fare lo stesso: si tratta di Shemhazai e Azazel, successivamente condannati e trasformati quindi in demoni per il loro peccato.
Il mito, raccontato per esteso nel Libro di Enoch, ha un evidente parallelo con quello dell’Eden e del Peccato Originale: in questo caso, però, il male è causato non dal genere umano, che anzi ne è vittima, ma dagli Angeli, i quali fanno così venir meno il concetto di responsabilità e di libero arbitrio.
Il ruolo della bella e seducente Naama varia a seconda della versione del mito ebraico: in alcuni casi sarebbe stata vittima di violenza, mentre in altri sarebbe stata addirittura lei a sedurre gli Angeli caduti, inducendoli a commettere il peccato.
Una sorta di seconda Eva, insomma, capace di spingere al peccato non l’uomo ma addirittura gli emissari della corte celeste.
Una figura oscura e provocante che, ancora una volta, viene condannata dall’ebraismo e proprio per questo ripresa e rivalutata positivamente dagli gnostici che ne fanno un punto di riferimento fondamentale per la loro mitologia.
L’erede di Eva
Anche se in epoca contemporanea la «Norea» degli apocrifi è un personaggio quasi del tutto sconosciuto, in antichità era una vera e propria personalità di culto, protagonista di vari testi venerati come sacri dagli gnostici.
Tra gli scritti ritrovati a Nag Hammadi é presente persino un Inno poetico esclusivamente dedicato a lei, anche se la fonte principale che permette di conoscere qualcosa sulla sua figura resta ancora una volta l’Ipostasi degli Arconti.
Secondo questa rilettura apocrifa del mito delle origini, Norea era figlia di Adamo ed Eva, e pertanto sorella di Caino, Abele e soprattutto di Seth, il terzogenito, da cui gli gnostici stessi si facevano discendere.
Il sistema concettuale di questo movimento religioso tende spesso a procedere tramite coppie armoniose e bilanciate, e ciò si verifica anche per i quattro figli di Adamo ed Eva.
Per gli gnostici la coppia Abele-Caino rappresenta il mondo esterno, e il loro conflitto riflette le laceranti divisioni che contrapponevano gli ebrei ai pagani.
Con la loro unità e concordia fraterna, invece, Seth e Norea simboleggiavano il nuovo punto di partenza da cui la discendenza gnostica ha avuto origine.
Attorno alla figura di Seth la Gnosi aveva creato una vera e propria corrente di pensiero (definita per l’appunto «sethiana») che vedeva nel terzo figlio di Adamo ed Eva la prima incarnazione terrena del futuro Messia, ossia Gesù Cristo.
Non a caso, Seth viene spesso presentato come il Figlio di Dio, e quindi come un vero e proprio Eone divino.
A lui, secondo l’Apocalisse di Adamo, passa in eredità il Seme del mondo divino che Adamo ed Eva avevano faticosamente conquistato mediante II cosiddetto peccato dell’Eden.
Ma se Seth è l’Eletto, sua sorella rappresenta la sua perfetta controparte femminile, come appare evidente fin dal racconto della sua nascita: Adamo [conobbe] la sua consorte Eva, ed ella rimase incinta e diede alla vita [Seth] ad Adamo.
Poi disse: «Tramite Dio ho dato vita a un altro uomo al posto di [Abele].
Di nuovo Eva rimase incinta e diede alla vita Norea E disse: «Egli mi ha dato una vergine come assistenza per molte generazioni dell'umanità».
Norea è la vergine che le potenze non profanarono.
Entrambi sono parzialmente di origine divina e sono fin da subito introdotti sulla scena come i due prescelti, chiamati a portare avanti la stirpe gnostica dopo il fratricidio di Caino, fratricidio che aveva dato origine alla violenza tra esseri umani.
Evidentemente sullo sfondo di questa netta presa di distanza sia da Caino che da Abele si scorge l’attualità degli anni successivi alla morte di Gesù e in particolare la situazione di violento conflitto tra Romani ed ebrei da cui gli gnostici prendono con forza le distanze.
Per loro, infatti, la guerra tra uomini non è altro che il più disgustoso effetto della corruzione proveniente dal falso dio che domina questo mondo terreno.
Il mito del nuovo inizio fa si che Seth sia Il nuovo Adamo: se suo padre era stato il primo uomo, lui a sua volta è chiamato a essere il capostipite della generazione gnostica.
Norea invece è l’erede diretta di Eva, la quale, come si è visto nel capitolo precedente, aveva dovuto affrontare in prima persona una dura lotta contro il falso dio della materia e i suoi Arconti.
Anche Norea è destinata a essere perseguitata e minacciata dalla violenza bestiale dei signori del mondo terreno ma, nel suo caso, ci viene detto che risulterà vincitrice in questo confronto con le «potenze».
L’enfasi del racconto viene posta fin da subito sulla sua verginità.
In questo contesto, tuttavia, non si intende tanto condannare la sessualità in sé, quanto piuttosto esaltare la capacità di Norea di resistere al mondo della carne e di uscire illesa da un nuovo tentativo di stupro che sarà messo in atto contro di lei dai servi del falso dio.
Nel mito gnostico delle origini, la sessualità aveva evidentemente un valore molto negativo, soprattutto se legata agli Arconti che la adoperavano essenzialmente come un’arma e un mezzo per sottomettere le donne umane assoggettandole al dominio della materia.
Una sensibilità particolare, quella manifestata da questi scritti apocrifi, che rivela una insolita (per l’epoca) immedesimazione della voce narrante con il punto di vista femminile e una forte solidarietà con le vittime della brutalità e della prepotenza maschile.
Il rovesciamento rispetto alla tradizione giudaica è completo: la provocante seduttrice degli Angeli di Yahwè diviene ora la campionessa di una resistenza tutta femminile contro la violenza sessuale degli Arconti del falso dio della materia, che nel mito gnostico non a caso coincide proprio con la divinità dell’Antico Testamento.
Essendo di origine parzialmente divina, dopo la sua nascita Norea