VERITAS NUMQUAM PERIT - La Verità non muore mai!!!
Lucio Anneo SENECA

E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI

 - "E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI" -
http://www.marcovuyet.com/E%20VENNE%20AD%20ABITARE%20IN%20MEZZO%20A%20NOI.htm
(Autenticità dei Vangeli e testimonianza storica su Gesù Cristo)


"E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce,
non cessarono coloro che da principio lo avevano amato.
Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo,
avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui.
Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati
CRISTIANI"
- (Giuseppe Flavio, Antichità XVIII, 63-64) -
La Bibbia contiene qualcosa di straordinario, un tesoro fuori dal tempo,
la testimonionza su un Uomo che, nella "pienezza dei tempi",
"VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI".
Questo Uomo è
 il Signore Dio manifestato nella carne, l'Eterno.
Con grandissima e continua coerenza, in un lunghissimo periodo di tempo, la Bibbia (l'antica Torah)
PROFETIZZA
 la Venuta del "Re dei re" (Vecchio Testamento),
DESCRIVE
il compimento di questa promessa, raccontando di Gesù Cristo e
PROFETIZZA E ANNUNCIA
 del Suo Ritorno, nella Gloria (Nuovo Testamento).
Di fronte ad una simile testimonianza è certo comprensibile che il mondo intero si sia diviso, scandalizzato.
Lo scandalo di allora è lo scandalo di oggi.
La "divisione" creata allora è viva ancora oggi.
Questa "separazione" è stata ampiamente annunciata e profetizzata da Gesù Cristo stesso.
- UN RACCONTO MITICO? -
E' necessario fare una premessa, viviamo in un tempo molto particolare e delicato perchè il
mondo intero sta subendo un condizionamento di stampo New Age derivante dalla Massoneria,
 tutto questo è evidente ed innegabile.
Questa potentissima opera di propaganda non ha mai cercato di colpire "in generale" i grandi testi delle religioni mondiali
 ma si è invece concentrata curiosamente solo e sempre sulla Bibbia.
Questo non dovrebbe far riflettere un poco?
In pochi anni un piccolo esercito di Dan Brown si è arricchito immensamente.
Perchè questi pseudo "professori", come Mauro Biglino, sembrano odiare così profondamente il Cristianesimo,
perchè moltissimi di questi "ricercatori" provengono da ambienti Massonici e
 sono arrivati al punto di  mentire spudoratamente proponendo persino FALSE PROVE archeologiche?
Oggi moltissime persone dicono o scrivono cose del tipo:
“Il Vangelo è una storia-mito, una favoletta buona per i sempliciotti..."
"Gesù è una leggenda"
“La chiesa ci ha imbrogliato per costruire una struttura di potere e imprigionarci"
Niente potrebbe essere più falso di queste affermazioni.
Diventa dunque necessario rispondere a tutto questo, perchè è davvero possibile farlo, serenamente.
I Vangeli ci parlano della "SALVEZZA PER FEDE" e per "GRAZIA" ma attenzione...
Essere CREDENTI non significa affatto essere "creduloni".
Al contrario.
La Fede non si pone affatto contro la raguione, anzi.
Il Maestro disse che era necessario diventare come bambini per ACCOGLIERE il Regno di Dio,
non certo stupidi o ignoranti.
E' chiaro che dobbiamo tener distinta la ricerca storica dal dono-scelta di Fede.
La fede nel Risorto non è subordinata alle ricerche storiche che saranno sempre approssimative e parziali e
certamente nessuna "prova" potrà mai convincere
(almeno fino al Ritorno di Gesù Cristo) chi non vuole credere.
Del resto, Gesù Cristo non impose nulla a nessuno e non obbligò a credere.
Milioni di persone hanno una fede profondissima pur senza conoscere niente di documentazioni storiche.
Tuttavia nella società contemporanea è indispensabile confortare la fede anche con una conoscenza razionale,
capace di rispondere alle obiezioni ed alle critiche perchè i Vangeli non parlano di Cenerentola o di Biancaneve
 ma di un uomo vero, venuto nel mondo in un tempo preciso, in un luogo preciso.
Le testimonianze  sono innumerevoli.
Non ci sono dubbi... I Vangeli possono tranquillamente essere considerati dei testi "di parte".
Le persone che avevano conoscito personalmente il Maestro
 SENZA DUBBIO CREDEVANO IN LUI,
Lo amavano e testimoniavano di Lui con amore ed entusiasmo.
Attenzione però... Stiamo parlando di persone che
diedero la vita pur di non rinnegare il Maestro e quello che avevano visto e ascoltato.
Quello che avevano visto e potevano testimoniare era certamente raccontato con gioia, entusiasmo,
dovremmo forse stupirci di questo?
Eppure, nonostante questo amore, non c'é davvero nulla di romanzato nella loro testimonianza,
gli evangelisti non raccontano di un "superman" improbabile o di un essere mitologico
ma di un Amico e di un Maestro, un uomo che mangiava e beveva, che dormiva e che lavorava,
un uomo capace di soffrire, di piangere, commuoversi.
Gli evangelisti hanno presentato fatti che avrebbero potuto tacere per rendere
"umanamente più verosimile" il racconto (verosimile secondo una logica naturale).
Ad esempio hanno descritto il pianto di Cristo,
il suo sudar sangue, hanno evidenziato i loro difetti personali e le loro colpe
(il rinnegamento di Pietro, la loro mancanza di fede durante la passione),
hanno descritto le sofferenze e le umiliazioni subite dal Maestro…
Si tratta di tanti episodi che secondo una logica “umana” avrebbero potuto sminuire immensamente Gesù,
la sua comunità e la testimonianza lasciata dagli stessi evangelisti.
Siamo lontani anni luce dalle descrizioni  "perfette" degli "eroi" greci o delle "divinità" antiche.
Il racconto evangelico non presenta mai toni epici o spettacolari.
La nascita di Gesù è narrata in due righe, così la guarigione del cieco nato.
Gesù è presentato in tutta la sua umanità, umiliato fino alla morte di croce.
Il momento della risurrezione non viene descritto;
solo le apparizioni del risorto vengono raccontate,
la descrizione presenta toni tutt'altro che epici ed esaltati.
Da queste considerazioni si ricava una evidente ricerca di fedeltà alla
 TESTIMONIANZA
anche quando questa potrebbe incontrare difficoltà ad essere creduta dal mondo.
L'annuncio di un Dio fatto uomo, che si lascia umiliare e crocifiggere,
doveva essere uno scandalo difficilissimo da accettare per la ragione e
in particolare per la mentalità ebraica che si aspettava un Messia vincitore e
capace di sconfiggere militarmente i nemici d'Israele.
Anche per i pagani fu uno scandalo immenso, come risulta dal discorso di Paolo all'Areopago ( Atti 17).
Agli occhi di tutti (o quasi...) la figura del Cristo apparve uno scandalo,
l'esatto contrario dell'attesa messianica e trionfante del Re che tutti attendevano.
Ci si aspettava un re-imperatore a cavallo, magari scortato da un esercito invincibile e
si  vide invece un uomo su un asinello, accolto soprattutto dai bambini.
Gli evangelisti non cercarono affatto di “adattare” il racconto agli ascoltatori o costruire
un "mito" piacevole o intrigante...
Il Vangelo, soprattutto per quei tempi, era tutto il contrario di quello che il mondo attendeva.
Gli evangelisti raccontarono dei fatti nonostante questo comportasse per loro
derisioni, incomprensioni e persecuzioni testimoniate da molte fonti.
Quasi tutti gli autori del Nuovo Testamento:
Pietro, Paolo, Luca, Matteo, Marco, Giuda Taddeo, Giacomo…
morirono martiri a motivo di quello che avevano scritto.
- I "VANGELI MANIPOLATI IN UN GRANDE COMPLOTTO" -
Molte persone dicono oggi che i Vangeli sarebbero stati "tagliati e cuciti" o
 addirittura inventati per costruire un mito utile al Papato" (???)
Tutto sarebbe dunque un complotto.
Purtroppo chi afferma queste sciocchezze dimostra di non aver mai letto il Vangelo.
Il racconto dei Vangeli infatti non favorisce proprio nessuna istituzione
di potere umana e certamente non favorisce il Papato, anzi.
E' VERO ESATTAMENTE IL CONTRARIO.
I libri di propaganda vengono "costruiti" per favorire un gruppo, un partito, una famiglia di potere ma il
Vangelo non favorisce nessuno, piuttosto ribalta il concetto millenario del potere,
gli ultimi diventano i primi, le "guide cieche" vengono additate come "sepolcri imbiancati" e gli afflitti consolati.
Nei Vangeli si annuncia un Regno molto diverso da quello dei poteri umani e delle istituzioni di potere.
Il Vangelo non imprigiona nessuno e non sottomette gli uomini a nessuna istituzione.
Non possiamo e non dobbiamo dimenticare questo o finiremo con il respingere un salvagente
 che ci viene offerto gratuitamente mentre stiamo affogando.
Nella Bibbia (Vangelo, atti, Apocalisse...) le bugie degli uomini, delle istituzioni religiose, dei potenti...
SONO COMPLETAMENTE MESSE A NUDO.
L'ipocrisia dei capi religiosi dell'epoca (e di oggi...), le vane tradizioni umane, la sete di potere e ricchezza
sono denunciate in modo schiacciante.
GESU' CRISTO LIBERA, GESU' CRISTO E' VENUTO A SALVARE GLI UOMINI
e questo è un fatto totalmente nuovo.
Altro che "complotto" e "mito costruito a tavolino".
Tutti i complotti umani, da sempre, sono stati costruiti cercando di fornire "prove" che potessero rendere
quanto più possibile credibile l'inganno...
Il Vangelo è invece in totale antitesi a questo.
Nel Vangelo si riferisce che ALCUNE DONNE furono le prime testimoni della risurrezione,
benché la testimonianza femminile non fosse giuridicamente accettata in quell'epoca.
Il Vangelo non obbliga e non cerca affatto di CONVINCERE IN OGNI MODO ma invita a credere.
Questo dovrebbe davvero farci riflettere, in un mondo in cui molti avvenimenti ci vengono
"dimostrati" proprio con prove artificiali, costruite a tavolino.
"BEATI QUELLI CHE, PUR NON AVENDO VISTO, CREDERANNO"
Il Vangelo si trova in antitesi all'innalzamento di un qualche potere, imperatore o re terreno
"GLI ULTIMI SARANNO PRIMI"
Migliaia furono i martiri contemporanei a Cristo, che hanno testimoniato con la vita quello che affermavano.
Tacito parla di una “ingens multitudo” di martiri sotto Nerone (64-67 d. C.).
Questo martirio in nome della fedeltà alla propria coscienza è un fatto assolutamente NUOVO per la mentalità greco-romana,
in cui si riteneva che la legge politica avesse un'autorità inderogabile.
Questa novità, questa “obiezione di coscienza”
(di cui furono protagonisti non individui eccezionali come Antigone o Socrate, ma enormi moltitudini)
non è storicamente spiegabile senza una motivazione oggettiva e storicamente fondata.
Il Vangelo NON OFFRIVA VANTAGGI ECONOMICI e POTERE TERRENO
 (a differenza di moltissime sette gnostiche destinate solo a pochi INIZIATI),
eppure queste persone erano disposte a perdere tutto per seguire Gesù Cristo.
- I VANGELI -
Gesù Cristo non è Babbo natale.
Gesù Cristo non è un "mito copiato da Horus" come oggi la New Age ama ripetere.
Quali sono le fonti storiche su Gesù di Nazareth?
Da due millenni i quattro vangeli canonici di Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono stati considerati
anche in ambiente laico come le fonti principali.
"Vangelo" deriva dalla parola greca (eu anghélion), che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium e
significa letteralmente "lieto annunzio", "buona notizia".
Esistono dei testi Apocrifi che oggi vengono chiamati "vangelo" ma che NON sono affatto Vangelo.
Molti di questi testi si sono rivelati falsi e contengono dottrine chiaramente legate allo
GNOSTICISMO e alla KABBALAH, offrendo una vera e propria caricatura di Gesù Cristo.
- capitolo -

E' NECESSARIO SOTTOLINEARE che i criteri utilizzati
nella conservazione dei Vangeli erano e sono
 OGGETTIVI, LAICI,
anche molto semplici, applicabili a
 QUALSIASI ALTRO TESTO STORICO ANTICO.
Un criterio FONDAMENTALE è l'ANTICHITA' delle fonti, per ovvi motivi.
- QUANDO SONO STATI SCRITTI REALMENTE I VANGELI? -
I Vangeli sono “favole popolari”, sono storielle amplificate e deformate dalla fantasia?
Decisamente NO.
Le più recenti scoperte papirologiche e l'analisi linguistica del greco dei Vangeli
hanno imposto una datazione VICINISSIMA agli eventi descritti.
La morte di Gesù è avvenuta intorno all'anno trenta.
Dopo di allora, gli apostoli sono rimasti a Gerusalemme circa trent'anni, per costituire la prima comunità cristiana,
fedele agli insegnamenti del Maestro.
Questa è la fase della PREDICAZIONE ORALE.
Si deve sottolineae che nel giudaismo dell'epoca la tradizione orale era ESTREMAMENTE RIGOROSA,
veniva tramandata seguendo regole precisissime e rigide di fedeltà, parola per parola.
Nelle scuole rabbiniche gli insegnamenti venivano imparati a memoria, con il controllo e l'autorità del "rabbi".
E' quindi certo che anche la prima comunità cristiana, costituita da ebrei, abbia seguito questa prassi di trasmissione
fedele delle parole del Maestro, fissate dall'autorità degli Apostoli.
Gli studiosi sono d'accordo sull'esistenza di raccolte di detti o avvenimenti la cui stesura precede quella dei Vangeli canonici;
lo stesso Vangelo di Luca, nella sua introduzione,
cita la precedente esistenza di diversi resoconti dei fatti:
"Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi"
Il libro degli Atti, in cui è registrata l'attività missionaria della chiesa primitiva,
fu redatto da Luca, scrittore dell'omonimo vangelo.
Il libro degli Atti termina con l'apostolo Paolo ancora vivente, a Roma.
Questo libro può allora essere stato scritto prima della morte di Paolo, dal momento che gli altri maggiori
eventi della sua vita vi sono narrati. Alcune prove indicano che Paolo fu messo a morte durante la persecuzione voluta
 da Nerone nel 64 d.C., pertanto è probabile che il libro degli Atti sia stato scritto prima di quell'anno.
Il Vangelo di Luca, essendo stato scritto prima del libro degli Atti, dallo stesso scrittore,
dev'essere dunque stato composto tra la fine del 50 e l'inizio del 60 d.C..
La chiesa primitiva insegnava che i primi Vangeli
ad essere stati redatti erano quelli di Marco e di Matteo, il che ci porta ancora più vicini al tempo di Cristo.
Questo ci induce a ritenere che i primi tre Vangeli furono tutti composti nell'arco di 20-30 anni dal tempo in
cui ebbero luogo questi eventi, un periodo in cui gli oppositori dell'epoca erano in vita e
 potevano facilmente contraddire la loro testimonianza se non fosse stata accurata.
Recentemente, lo studioso J. Robinson (un noto teologo liberale) ha evidenziato
 - in uno studio di 380 pagine e 1300 note conclusive -
 che la datazione dei libri del Nuovo Testamento risale a molto prima di quanto diversi studiosi odierni pensano.
Robinson ha dimostrato che l'intero Nuovo Testamento può essere stato completato prima dell'anno 70 d.C.,
dunque nel pieno del periodo in cui vivevano gli scrittori dei Vangeli.
Le prove indicano che i documenti furono scritti a brevissima distanza dagli eventi.
Lo studioso, J. W. Wenham, ha pubblicato uno studio dettagliato in cui giunge alle stesse conclusioni di Robinson.
Robinson sottolinea che nel Nuovo Testamento non vi è alcun riferimento alle persecuzioni di Nerone nel 64 d.C.,
 né all'uccisione di Giacomo, il fratello di Gesù, nel 62 d.C.; non viene neanche menzionata la rivolta dei Giudei contro i Romani, 
iniziata nel 66 d.C., né quell'evento catastrofico che fu la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C..
Con tutta probabilità il Nuovo Testamento è stato completato prima del 70 d.C., forse anche prima del 64 d.C..
 Si consideri infatti che la caduta del Tempio di Gerusalemme avrebbe alimentato la predicazione cristiana
del messaggio che Gesù sostituiva il sistema sacrificale del Tempio (cfr. Giovanni 1:29, Ebrei 10:11 e segg.), e
 quindi il Nuovo Testamento avrebbe sicuramente fatto riferimento alla sua distruzione come avvenimento passato, 
se si fosse già verificata al tempo della stesura.
Dall'esame della coerenza interna, inoltre, lo studioso Tresmontant, fa notare come, ad esempio, in Giovanni 5:2 si legge che
 "a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore,
 c'è [non "c'era", verbo estin in greco] una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici"
Non avrebbe avuto senso dire questo se il libro fosse stato redatto dopo la distruzione di Gerusalemme,
 in quanto essa fu ridotta a un cumulo di pietre come Gesù aveva profetizzato decenni prima (cfr. Marco 13:1-2).
Tra gli altri studiosi, anche Carsten P. Theide identifica e data i frammenti del Vangelo di Marco (7Q5) intorno all'anno 50 d.C., e
  stabilisce per gli altri libri una datazione molto simile a quella risultata dagli studi di Robinson.
Alle stesse identiche conclusioni sono giunti anche C. Tresmontant,
 basandosi sull'analisi del linguaggio e sulle PROVE ARCHEOLOGICHE, e
 successivamente J. Carmignac, filologo e famoso studioso di testi ebraici e dei rotoli del Mar Morto.

Orchard e Riley datano Matteo al 43 d.C., mentre Gunther Zuntz, un'autorità internazionale sul mondo ellenico,
 data Marco a non più tardi del 40 d.C.
K.L. Gentry, D. Chilton, e lo stesso Robinson, concludono inoltre che anche l'ultimo dei libri neotestamentari,
 il libro dell'Apocalisse, sia stato completato prima dell'anno 70 d.C..

La dott.ssa Eta Linnemann, che era stata in passato una critica negativa del Nuovo Testamento
 ha rinnegato quelle convinzioni e ora esorta i propri lettori a "cestinare" le sue opere precedenti.
Possiamo pertanto concludere che anche dal punto di vista storico la descrizione di Gesù Cristo
offerta dai testimoni oculari che hanno scritto i vangeli è
ESTREMAMENTE AFFIDABILE.
 Noi Cristiani abbiamo constatato la verità delle parole del Nuovo Testamento e riconosciamo con l'apostolo che
"queste cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Cristo il Figlio
di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome"
- (Giovanni 20:31) -
- POCHI SCRITTI DI DUBBIA ORIGINE? -
Esattamente il contrario.
Gli scritti evangelici si distinguono rispetto a TUTTI gli altri testi dell'antichità classica
per una straordinaria ricchezza di manoscritti.
Tutti i testi dell'antichità sono stati copiati a mano dagli amanuensi lungo i secoli,
fino all'invenzione della stampa (nel 1.450 circa).
Questi manoscritti prendono il nome di papiri, codici, pergamene, rotoli, ecc.
Quanto maggiore è il numero di manoscritti, tanto più si dice che l'opera è ben documentata.
Ad esempio, dell'Iliade ed Odissea ci sono rimasti circa 600 manoscritti.
Virgilio ne ha poco più di 100,
Platone ne ha solo undici e così la maggior parte dei grandi autori dell'antichità...
Quando lo storico si domanda invece quanti siano i manoscritti del Nuovo Testamento
(quattro Vangeli, Atti degli Apostoli, lettere paoline, lettere di Giovanni, Pietro, Giacomo, Giuda Taddeo, Apocalisse)
rimane sbalordito dalla loro QUANTITA'.
Abbiamo infatti circa 5.300 manoscritti greci , 8 mila latini,
migliaia di traduzioni in lingue antiche quali armeno, siriaco, copto…
Complessivamente più di QUINDICIMILA manoscritti...
Il fatto più importante e meraviglioso è che queste migliaia di manoscritti
SONO TUTTI CONCORDANTI.
Riportano cioè tutti lo stesso testo, parola per parola.
Ovviamente ci sono errori ortografici o di trascrizione, come in ogni opera umana,
ma questi errori non intaccano MAI I CONTENUTI FONDAMENTALI.
Gli amanuensi hanno voluto rispettare con la massima fedeltà il testo originale, senza aggiungervi niente.
Nessuno ha mai dubitato sull'autenticità di Platone o di Tacito, è
certo del tutto ASSURDO dubitare sulla fedeltà di trasmissione dei testi evangelici
che hanno migliaia di copie manoscritte.
Si noti inoltre che ai più di 15 mila manoscritti bisogna aggiungere tutto il materiale delle citazioni degli scrittori cristiani dei
primi tre secoli (i “padri della Chiesa”) diffuse in tutto il mondo antico, dall'Europa, al nord Africa all'Asia:
circa 20 mila citazioni.
E' chiaro che i manoscritti sono tanto più preziosi, quanto più sono antichi.
Anche qui il confronto con gli autori dell'antichità classica è semplicemente impressionante.
Si deve premettere che i manoscritti originali, autografi,
scritti di propria mano dagli autori antichi, sono andati tutti perduti, nulla di sorprendente.
Per lo stesso Dante NON abbiamo il manoscritto autografo completo della Divina Commedia.
L'autore classico che ha il manoscritto più antico è Virgilio; si tratta di una testo copiato circa 350 anni dopo la morte del poeta.
Per tutti gli altri autori classici la distanza tra l'originale e il manoscritto più antico pervenutoci è molto SUPERIORE.
Per Cesare, ad esempio, il codice più antico risale a 900 anni dall'originale.
Per Platone ci sono 1.300 anni tra originale e codice più antico.
Quando invece gli storici studiano i manoscritti del Nuovo Testamento rimangono stupiti di fronte alla loro antichità.
Possediamo infatti centinaia di manoscritti che risalgono ai primi secoli.
Per numerosi papiri la distanza tra testo autografo e manoscritto più antico
 si riduce a POCHE DECINE DI ANNI.
La datazione viene formulata in base a criteri paleografici (si conoscono le tipologie di scrittura nelle varie epoche),
comparativi, archeologici e chimici e questi studi sono stati effettuati anche in ambienti del tutto LAICI.
Per i manoscritti dei vangeli la documentazione è dunque OGGETTIVAMENTE infinitamente
più attendibile rispetto agli autori classici.
I manoscritti neotestamentari non sono poi custoditi (come molti credono...) da
una qualche organizzazione segreta nel Vaticano ma
si trovano sparsi nelle più prestigiose Biblioteche di tutto il mondo.
Raccolte di particolare importanza si trovano nel monastero del Monte Athos (900 manoscritti),
nel monastero di Santa Caterina nel Sinai, (300), a Roma (367), Parigi (373) Atene (419),
Londra, San Pietroburgo, Gerusalemme, Oxford, Cambridge, Mosca e in molte altre località.
Queste migliaia di manoscritti riportano tutti lo stesso testo evangelico,
con una concordanza incredibile.
Essi garantiscono che ci troviamo di fronte
al testo di gran lunga più controllato e documentato nella storia umana.
- UN POPOLO DI ANALFABETI? -
Chi vuole indebolire l'affidabilità dei Vangeli afferma scioccamente che in una
"popolazione analfabeta" solo la tradizione orale avrebbe potuto conservare i fatti,
con ampia possibilità di aggiunte e modificazioni.
Questo è storicamente FALSO.
Questa visione non è solo semplicistica ma veramente OFFENSIVA e profondamente BUGIARDA,
tra coloro che hanno portato queste considerazioni troviamo lo scrittore Bart D. Herman che ha purtroppo
dimostrato troppe volte di essere proiettato solo ed unicamente alla "dimostrazione" della SUA TESI agnostica e alla
ricerca del "titolone" per un nuovo libro-scoop destinato agli ingenui.
Questi libri oggi si vendono come il pane.
Praticamente tutti gli studiosi seri concordano invece nel dire che la società ebraica, legata alla profonda conoscenza della Bibbia,
aveva senza dubbio moltissime
PERSONE ISTRUITE, CAPACI DI LEGGERE, SCRIVERE, PRENDERE APPUNTI
ANCHE TRA GLI APOSTOLI STESSI.
Nel I secolo persone di varia estrazione sapevano LEGGERE E SCRIVERE.
In proposito Alan Millard, DOCENTE DI EBRAICO E ANTICHE LINGUE SEMITICHE,
osserva:
“Era comune saper scrivere in greco, aramaico ed ebraico e
  lo si poteva riscontrare a ogni livello della società”.
  Millard aggiunge:
“Questo era l'ambiente in cui Gesù svolse la sua opera”.
Il testo dei Vangeli è considerato da alcuni “frutto di una società del tutto illetterata”, ma in proposito Millard scrive:
“Questo è semplicemente INVEROSIMILE, poiché la scrittura era diffusa quasi ovunque.
Di conseguenza, non era insolito che ci fosse qualcuno che poteva mettere per iscritto quello che aveva sentito,
sia per la propria consultazione sia per informare altri”.
Erano facilmente reperibili tavolette cerate, che potevano servire per annotare informazioni.
Ne troviamo un'indicazione nel primo capitolo di Luca.
A Zaccaria, che aveva perso temporaneamente l'uso della parola, venne chiesto come voleva chiamare suo figlio.
Al versetto 63 leggiamo:
“Egli chiese [evidentemente a gesti] una tavoletta e scrisse:
 "Il suo nome è Giovanni'”
Alcuni dizionari biblici spiegano che con il termine “tavoletta” ci si poteva riferire ad
 un supporto scrittorio di legno spalmato di cera.
Forse qualcuno dei presenti aveva a portata di mano una tavoletta del genere su cui Zaccaria poté scrivere.
I Vangeli indicano inoltre che fra i seguaci di Gesù e le folle che lo ascoltavano c'erano persone che, quasi certamente,
nella vita quotidiana erano solite scrivere.
Tra questi c'erano per esempio gli esattori di tasse Matteo e Zaccheo ( Matteo 9:9; Luca 19:2 );
un presidente della sinagoga ( Marco 5:22 ); un ufficiale dell'esercito ( Matteo 8:5 );
Giovanna, moglie di un alto funzionario sotto Erode Antipa ( Luca 8:3 );
nonché scribi, farisei, sadducei e membri del Sinedrio ( Matteo 21:23, 45; 22:23; 26:59 ).
Per insegnare la fede cristiana, i discepoli non dovevano solo sapere quello che Gesù aveva detto e fatto,
ma anche capire come la Legge e le profezie delle Scritture Ebraiche SI RIFERIVANO AL CRISTO.
Al riguardo Harry Y. Gamble, professore di studi religiosi presso l'Università della Virginia, scrive:
“È difficile dubitare che fin dall'inizio vi fossero cristiani, probabilmente in gruppi, che si dedicavano allo studio e
all'interpretazione approfonditi della Scrittura giudaica,
ricavandone le garanzie [o prove] testuali delle credenze cristiane e
rendendo questi testi utilizzabili per la predicazione”.
Il progresso dell'archeologia ha sempre e solo portato enorme sostegno ai difensori dell'attendibilità dei Vangeli.
Sempre più prove ci dicono che la popolazione ebraica fosse DECISAMENTE ALFABETIZZATA.
L'archeologo israeliano Boaz Zissu, professore della Bar Ilan University,
ex comandante delle unità di protezione delle antichità in Israele, specializzato in graffiti, dice al “The Jerusalem Post” :
"Quando parliamo di alfabetizzazione, i graffiti ci mostrano che la capacità di leggere e
scrivere era condivisa da una percentuale molto elevata della popolazione".
Certo, sono semplici frasi, a volte brevi citazioni delle parole di Gesù, oppure preghiere o semplici disegni,
tanto che l'archeologo paragona questo modo di esprimersi a Twitter o a Facebook:
"In un periodo in cui Internet e i blog non esistevano, qualcuno ha voluto esprimersi e dire quello
che stava facendo con un chiodo su una parete di una caverna".
Ricorda ad esempio di aver trovato in una grotta il nome di Daniele seguito da quello di Giovanni,
circondati dalle immagini di due leoni, evocativo del racconto biblico
“Daniele nella tana dei leoni”.
«Abbiamo un sacco di raffigurazioni di Daniele con i leoni»,
dice Zissu,
 «perché è la storia della salvezza» .
- LA RESURREZIONE DI GESU' CRISTO -
Gli apostoli e i testimoni della risurrezione di Gesù erano pronti a morire per questa VERITA'.
Lo sarebbero mai stati se si fosse trattato di inganno, seduzione e menzogna?
Consacrarono la loro vita alla risurrezione di Gesù, che si trova al centro del loro messaggio e della loro dottrina.
Lee Strobel, reporter giuridico e giornalista, si autodefiniva completamente ateo, ma meravigliato del cambiamento
positivo del carattere di sua moglie tramite la fede in Gesù, volle indagare a fondo sul «caso Gesù».
Le sue esperienze professionali gli furono molto utili in tal senso,
infatti Lee raccolse e controllò testimonianze, prove scientifiche, prove indiziarie, perizie psicologiche.
Chiese a numerosi scienziati americani di mettere a disposizione le loro risorse sul campo.
Lee Strobel li intervistò come se la fede fosse un caso criminale.
Voleva prove tangibili della vita e risurrezione di Gesù.
Era alla ricerca della verità, la trovò e diventò un cristiano convinto.
Ha descritto la sua storia nel libro: «Der Fall Jesus» (Il caso Gesù).

Mentre Gesù viveva sulla terra, per cinque volte profetizzò che sarebbe risuscitato dai morti.
Se non fosse stato Colui che diceva di essere, non avrebbe mai potuto affermare qualcosa del genere.
Infatti, o Gesù è stato il più grande bugiardo e ingannatore mai esistito sulla terra,
oppure è stato davvero il Figlio dell'Iddio vivente ed è risuscitato dai morti.

In Matteo 16,21 leggiamo:
«Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e
soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti,
 degli scribi, ed essere ucciso, e risuscitare il terzo giorno.»
Da risorto, molti Lo videro:
«E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e
 trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro,
i quali dicevano: "Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone"»
-(Lc 24,33-34) -
«Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io,
che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture;
che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici.
Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta,
dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti.
Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche a me»
- (I Co 15,3-8) -

C.S. Lewis era un accademico e filosofo ateo, autore di diversi libri e scritti.
Nelle sue riflessioni su Gesù Cristo arrivò alla seguente conclusione:
"nessuno può giungere ad affermare che Gesù sia stato solo una brava persona. Perché?
Perché una brava persona non affermerebbe mai di essere Dio.
Proprio questa affermazione innalza Gesù a un livello superiore.
Pertanto è assolutamente logico affermare che Gesù fosse più che un bravo uomo, e cioè che fosse il Figlio di Dio"
Noti storici romani e giudei come Plinio, Tacito, Claudio e Flavio Giuseppe narrano della risurrezione di Gesù e
delle reazioni che suscitò.
Flavio Giuseppe scrisse:
«Quest'uomo era il Messia, e dopo che Pilato, su invito del nostro capo,
lo condannò a morte, quelli che Lo amavano non furono da Lui abbandonati,
poiché Egli apparve loro nuovamente dopo tre giorni, come avevano predetto i santi profeti»"
- (Antiquitates, 18.3.3) -

Lord Littleton e Gilbert West, entrambi membri di un club ateista,
cercavano di mettere in dubbio la risurrezione di Gesù e quindi erano costretti a confrontarsi in modo
approfondito con questo argomento.
Per produrre delle controprove, erano ovviamente costretti a fare riflessioni serie e coerenti.
Entrambi erano giuristi, quindi persone dotte e istruite a controllare e soppesare argomentazioni e indizi.
Il risultato del loro lavoro fu che entrambi
DIVENNERO CREDENTI.
"Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che CREDONO nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne,
né da volere di uomo ma da Dio sono stati generati"
- Prove storiche da fonti non cristiane sull'esistenza e sulla vita di Gesù Cristo -
Cornelio Tacito è comunemente riconosciuto come storico tra i più scrupolosi,
come ci attesta anche l'antica testimonianza di Plinio il Giovane che ne loda la diligenza;
Tacito si dedicò infatti con gran scrupolo alla raccolta di informazioni e notizie, utilizzando non solo fonti letterarie,
ma anche documentarie.
Per la sua posizione politica, egli aveva accesso agli acta senatus (i verbali delle sedute del senato romano) e
agli acta diurna populi romani (gli atti governativi e le notizie su ciò che accadeva giorno per giorno).

Riportando la decisione dell'imperatore Nerone di riversare sui Cristiani la colpa dell'incendio che distrusse Roma nel 64 d.C.,
Tacito scrisse:
"Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia,
detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava cristiani.
Origine di questo nome era Christus, il quale sotto l'impero di Tiberio
era stato condannato all'estrema condanna dal procuratore Ponzio Pilato"
- (Tacito, Annali XV, 44) -
Notiamo, innanzi tutto, che Tacito riporta che il titolo di Cristiani deriva da una persona realmente esistita,
chiamata Christus, il nome latino per Cristo.
Di Lui si dice che ha subìto "l'estrema condanna",
alludendo ovviamente al metodo romano di praticare l'esecuzione capitale mediante la crocifissione.
Questi avvenimenti sono avvenuti "durante il regno di Tiberio" e per decisione di Ponzio Pilato.
Ciò conferma PIENAMENTE le affermazioni del Vangelo sulle circostanze della morte di Gesù.

Tacito riporta anche brutalmente delle terrificanti "notizie di cronaca":
"Alla pena vi aggiunse lo scherno: alcuni ricoperti con pelli di belve
 furono lasciati sbranare dai cani,
altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco
 in modo da servire d'illuminazione notturna,
una volta che era terminato il giorno.
Nerone aveva offerto i suoi giardini per lo spettacolo e dava giochi nel Circo,
ove egli con la divisa di auriga si mescolava alla plebe oppure partecipava alle corse con il suo carro.
[I cristiani] erano annientati non per un bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo"
Come Tacito, anche Svetonio (120 d.C.), scriba dell'imperatore Adriano,
fa riferimento a Gesù ed i suoi seguaci nelle Epistole (X, 96). Nella "Vita di Claudio", inoltre, egli scrive:
"Claudio espulse i giudei da Roma, visto che sotto l'impulso d'un certo Christus non cessavano di agitarsi"
- (Claudius 25) -
Ci sono inoltre altri autori antichi, fra i quali Epitteto, Galeno, Celso, l'imperatore Marco Aurelio,
il siriaco Mara Bar Serapion e Luciano di Samosata; questi e altri hanno fatto allusioni a Gesù e ai cristiani.
- Prove da Plinio il Giovane -
Un'altra importante fonte di prove storiche su Gesù e sui primi Cristiani si trova nelle lettere di
Plinio il Giovane all'imperatore Traiano.
Plinio fu allievo del famoso rettore Quintiliano, ed era il governatore romano di Bitinia, in Asia Minore, e del Ponto.
Egli ci ha lasciato una raccolta di epistole contenute in 10 libri, l'ultimo dei quali contiene il carteggio ufficiale tra lui e
l'imperatore Traiano. Queste lettere risalgono per lo più al periodo del governatorato di Plinio in Bitinia,
ovvero agli anni 111-113, e sono una fonte documentaria di eccezionale importanza.
In una delle sue lettere, egli chiede consiglio a Traiano sul modo più appropriato di condurre le
procedure legali contro le persone accusate di essere Cristiane (cfr. Plinio, Epistole X,96).
Plinio dichiara di avere necessità di consultare l'imperatore riguardo a tale questione,
poiché un gran numero di persone, di ogni età, sesso e ceto sociale, erano state accusate di essere Cristiani.
Il procedimento di Plinio è il seguente: egli interroga i presunti Cristiani, e se essi risultano tali,
e non ritrattano entro il terzo interrogatorio, li manda a morte.
Per coloro che neghino di essere Cristiani, o dicano di esserlo stato in passato,
anche vent'anni prima (allusione alle apostasie dovute alla persecuzione di Domiziano?), egli pretende la
dimostrazione di quanto affermano, inducendoli a sacrificare agli dei,
a venerare l'effigie dell'imperatore e a imprecare contro Gesù Cristo.
A un certo punto della sua lettera, Plinio riporta alcune informazioni sui Cristiani:
"Essi avevano l'abitudine di incontrarsi in un certo giorno prestabilito prima che facesse giorno,
e quindi cantavano in versi alternati a Cristo, come a un DIO, e pronunciavano il voto solenne di
non compiere alcun delitto, né frode, furto o adulterio, né di mancare alla parola data,
né di rifiutare la restituzione di un deposito; dopo ciò, era loro uso sciogliere l'assemblea e riunirsi poi
nuovamente per partecipare al pasto - un cibo di tipo ordinario e innocuo"
 - (Plinio, Epistole, trad. di W. Melmoth, revis. di W.M.L. Hutchinson, vol. II, X,96) -
Questo passaggio ci fornisce uno scorcio meraviglioso della vita e delle pratiche dei primi Cristiani.
Innanzi tutto, leggiamo che i Cristiani si incontravano regolarmente un certo giorno per adorare.
Poi, leggiamo che la loro adorazione era diretta a Cristo,
e ciò dimostra che essi credevano fermamente nella Sua divinità.
(anche oggi una delle più feroci accuse mosse dalla NEW AGE
riguarda proprio la NEGAZIONE della DIVINITA' di Gesù Cristo...).
Inoltre, la frase di Plinio che sottolinea come i Cristiani cantassero inni a Cristo "come a un dio",
viene interpretata da uno studioso come riferimento al fatto singolare che,
"a differenza degli dèi mitologici che venivano adorati dai romani,
Cristo era una persona che era vissuta sulla terra"
- (M. Harris, "References to Jesus in Early Classical Authors") -
Se questa interpretazione è corretta, allora Plinio comprendeva che i Cristiani
stavano adorando una persona realmente esistita che però reputavano essere Dio stesso.
Questa conclusione concorda perfettamente con la dottrina della Bibbia secondo cui Gesù è Vero Dio
ma venne nel mondo come uomo
"e il verbo si fece CARNE e venne ad abitare in mezzo a noi"
Plinio sottolinea anche che il loro era
"un cibo di tipo ordinario e innocuo",
quindi rigetta le false accuse di "cannibalismo rituale" sollevate da alcuni pagani, come Cecilio
(cfr. Bruce, "Christian Origins", 28),
insieme ad altre aberranti accuse (infanticidio, riunioni edipodee e cene tiestee in cui ci si cibava di infanti) e
 non ritiene i Cristiani pericolosi membri di sodalizi sovversivi.
Circa le molte calunnie contro i Cristiani (su cui aveva anche fatto leva Nerone per accusarli dell'incendio di Roma),
il cartaginese Quinto Settimio Fiorente Tertulliano (160-222 circa), avvocato e letterato,
dichiarò espressamente che esse non avevano nulla a vedere con i motivi delle sentenze di morte:
"Le vostre sentenze",
scrive,
"muovono da un solo delitto: la confessione dell'essere cristiano.
Nessun crimine è ricordato, se non il crimine del nome"
- Prove da Giuseppe Flavio -
Quelli che forse sono i riferimenti più notevoli a Gesù al di fuori della Bibbia, si trovano negli scritti di Giuseppe Flavio,
uno storico giudeo-romano del primo secolo (nacque nel 37 d.C.), che fu prima delegato del Sinedrio e governatore della Galilea,
ed in seguito consigliere al servizio dell'imperatore Vespasiano e di suo figlio Tito.
Nelle sue "Antichità giudaiche", egli menziona diverse volte Gesù e i Cristiani.
"Anano... convocò il sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo,
e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della legge e condannandoli alla lapidazione"
(Ant. XX, 200)
Questa descrizione combacia con quella fatta dall'apostolo Paolo in Galati 1:19,
dove egli parla di "Giacomo, il fratello del Signore".
In un altro passo, Giuseppe Flavio menziona la figura di Giovanni Battista; Erode Antipa,
per sposare Erodiade moglie del proprio fratello aveva ripudiato la figlia di Arete, re di Nabatene,
la quale si rifugiò dal proprio padre. Ne sorse una guerra nel 36 in cui Erode fu sconfitto,
e questo è il commento di Giuseppe Flavio:
"Ad alcuni dei Giudei parve che l'esercito di Erode fosse stato annientato da Dio,
il quale giustamente aveva vendicato l'uccisione di Giovanni soprannominato il Battista.
Erode infatti mise a morte quel buon uomo che spingeva i Giudei che praticavano la virtù e
osservavano la giustizia fra di loro e la pietà verso Dio a venire insieme al battesimo;
così infatti sembrava a lui accettabile il battesimo,
non già per il perdono di certi peccati commessi, ma per la purificazione del corpo,
in quanto certamente l'anima è già purificata in anticipo per mezzo della giustizia.
Ma quando si aggiunsero altre persone
- infatti provarono il massimo piacere nell'ascoltare i suoi sermoni -
temendo Erode la sua grandissima capacità di persuadere la gente,
che non portasse a qualche sedizione - parevano infatti pronti a fare qualsiasi cosa dietro sua esortazione -
ritenne molto meglio, prima che ne sorgesse qualche novità,
sbarazzarsene prendendo l'iniziativa per primo,
piuttosto che pentirsi dopo, messo alle strette in seguito ad un subbuglio.
Ed egli per questo sospetto di Erode fu mandato in catene alla già citata fortezza di Macheronte,
e colà fu ucciso"
- (Antichità XVIII,116-119) -
Altrettanto interessante, e davvero sorprendente, è un capitolo della stessa opera, conosciuto come
"Testimonium Flavianum", nel quale leggiamo (libro 18, capitolo 3, paragrafo 3):
"Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se è lecito chiamarlo uomo:
era infatti autore di 
OPERE STRAORDINARIE
MAESTRO DI UOMINI CHE ACCOLGONO CON PIACERE LA VERITA'
 ed attirò a sé molti Giudei e anche molti dei greci.
QUESTI ERA IL CRISTO.
E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce,
non cessarono coloro che da principio lo avevano amato.
Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo,
avendo già annunziato i divini profeti quete e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui.
Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani"
- (Giuseppe Flavio, Antichità XVIII, 63-64) -
- AUTOGOL -
- LE PROVE DELL'ESISTENZA DI GESU' CRISTO
OFFERTE DAI SUOI NEMICI GIURATI -
Ironicamente, propro i testi più feroci che miravano a DISTRUGGERE la figura di Gesù Cristo
per le persone di quell'epoca...
sono diventati oggi ulteriori TESTIMONIANZE DI LUI, per i nostri tempi...
Questo è certamente meraviglioso.
Nel TALMUD il passaggio più significativo che fa riferimento a Gesù è il seguente:
"Alla vigilia della Pasqua [ebraica], Yeshu fu appeso.
Per quaranta giorni prima dell'esecuzione, un araldo . . . gridava:
"Egli sta per essere lapidato perché ha praticato la stregoneria e ha condotto Israele verso l'apostasia"
- (Talmud Babilonese, trad. di I. Epstein, vol. III, 43a/281; cfr. Sanhedrin B, 43b) -
In Galati 3:13 leggiamo che Cristo fu "appeso",
in Atti 10:39 che fu "appeso al legno",
e in Luca 23:39 questo termine viene usato anche per i criminali che furono uccisi assieme a Gesù.
Troviamo questo termine anche in Giuseppe Flavio.
Il Talmud afferma inoltre che Gesù fu crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica,
proprio come riportato nel Nuovo Testamento (Matteo 26:2; 27:15).
Il passaggio spiega anche il motivo preciso per cui Gesù fu crocifisso.
Esso riporta che Egli praticava la "stregoneria" e che aveva "condotto Israele verso l'apostasia".
Dal momento che questa affermazione proviene da una fonte ostile a Cristo,
non meraviglia il fatto che questi Ebrei descrivessero la situazione dal loro punto di vista.
È interessantissimo notare il parallelismo tra queste accuse e quelle rivolte dai farisei a Gesù nel Nuovo Testamento.
Essi infatti, vedendo le liberazione da Lui compiute, lo accusavano di scacciare i demòni
"con l'aiuto di Beelzebub, principe dei demòni" (Matteo 12:24).
Notiamo anche che questa è una conferma del fatto che Gesù compì realmente delle opere miracolose,
testimoniate chiaramente anche dai suoi avversari.
A quanto pare i Suoi miracoli erano talmente reali da non poter essere negati pubblicamente,
dunque l'unica alternativa era attribuirli alla stregoneria.
Allo stesso modo, l'accusa di aver condotto Israele verso l'apostasia,
collima perfettamente con il racconto del Vangelo secondo cui i capi di Israele accusarono Gesù di
stare sovvertendo la nazione mediante i Suoi insegnamenti (Luca 23:2,5).
Una simile accusa da parte dei religiosi dell'epoca, non fa altro che confermare la realtà della potenza
degli insegnamenti di Gesù.
Il TALMUD fece dunque un clamoroso AUTOGOL...
rendendo testimonianza proprio alla persona che pensava di poter distruggere.
- Prove da Luciano -
Il retore scettico Luciano, nato a Samosata intorno al 120 e morto dopo il 180,
attivo nell'età degli Antonini, ci ha lasciato un'opera intitolata "La morte di Peregrino".
In essa, egli descrive i primi Cristiani nel seguente modo:
"I Cristiani . . . tutt'oggi adorano un uomo -
l'insigne personaggio che introdusse i loro nuovi riti, e che per questo fu crocifisso. . .
Ad essi fu insegnato dal loro originale maestro che essi sono tutti fratelli,
dal momento della loro conversione, e [perciò] negano gli dèi della Grecia,
e adorano il saggio crocifisso, vivendo secondo le sue leggi"
(Luciano, De morte Per., 11-13, trad. di H.W. Fowler)
Sebbene Luciano si beffi dei primi Cristiani per la loro scelta di seguire "il saggio crocifisso" anziché "gli dèi della Grecia",
egli riporta diverse informazioni interessanti.
Innanzi tutto, egli dice che i Cristiani servivano "un uomo", che "introdusse i loro nuovi riti".
E sebbene i seguaci di questo "uomo" avevano chiaramente un alto concetto di Lui, molti dei Suoi contemporanei
Lo odiavano per i Suoi insegnamenti, al punto che "per questo fu crocifisso".
Pur non menzionandone il nome, è chiaro che Luciano si sta riferendo a Gesù.
Ma cosa aveva fatto Gesù per farsi odiare fino a questo punto?
Secondo Luciano, aveva insegnato che tutti gli uomini sono fratelli dal momento della loro conversione.
Ma cosa si intendeva con "conversione"?
Significava abbandonare gli dèi Greci, adorare DIO, e vivere secondo i Suoi insegnamenti.
Non è difficile immaginare che una persona venga uccisa per aver insegnato queste cose in quell'epoca.
Inoltre, sebbene Luciano non lo dica esplicitamente, il fatto che i Cristiani rinnegassero gli altri dèi e adorassero Gesù, e
facessero questo pur essendo consapevoli delle persecuzioni cui andavano incontro,
implica che per loro Gesù era senza dubbio più che un essere umano.
Perché tante persone arrivassero a questo, rinnegando tutti gli altri dèi,
appare evidente che per loro Gesù era un Dio più grande di tutti gli altri dèi che le religioni della Grecia potevano offrire.
"In principio era il VERBO ,
e il VERBO era presso Dio e IL VERBO ERA DIO
E il VERBO si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi ..."