CARLO MARX - IL VERO VOLTO
IL VERO VOLTO DI KARL MARX
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Esperienza veramente fuori del comune quella dell'autore di questo libro, il pastore protestante Richard Wurmbrand (1909-2001).
In essa leggiamo queste bellissime parole: «Attraverso l'amore di Cristo volgiamo al tempo stesso i nostri cuori verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi legati e per i quali Egli dette se stesso in sacrificio» 2.Così Marx conosceva un modo perché gli uomini diventassero fratelli gli uni con gli altri: il cristianesimo. Egli continua: «L'unione con Cristo potrebbe dare un'intima elevazione, il conforto del dolore, una fiducia tranquilla e un cuore suscettibile all'amore umano, ad ogni cosa che sia nobile e grande, non per amore di ambizione e gloria, ma soltanto per amore di Cristo» 3.
Pressappoco nello stesso tempo, Marx scrive nella sua tesi Considerazioni di un giovane sulla scelta di una carriera: «La religione stessa ci insegna che l'Ideale verso il quale tutti tendono, sacrificò Se stesso per l'umanità, e chi mai oserà contestare questa aspirazione? Se abbiamo scelto la posizione nella quale possiamo compiere quanto è più possibile per Lui, allora non potremo mai essere schiacciati dal nostro fardello, perché sono soltanto sacrifici fatti per il bene di tutti» 4. Finanche in un libro astruso di economia politica come Il Capitale, nel quale le considerazioni circa la religione sono ovviamente di scarsa importanza, il maturo ed anti-religioso Marx scrive, completamente fuori dal contesto: «Il cristianesimo è la forma più idonea di religione» 5.
Oulanem vuole vendetta
Poco dopo che Marx ebbe ricevuto il diploma, nella sua vita accadde qualche cosa: divenne profondamente, appassionatamente anti-religioso.
Incominciò a emergere un nuovo Marx. Egli scrive in un poema: «Desidero vendicarmi contro quell'Uno che regna lassù» 6.
Così era convinto che lassù ci fosse Uno che regna
Era in lite con Lui. Ma quell'Uno lassù non gli aveva fatto nulla di male.Marx apparteneva a una famiglia relativamente benestante, non aveva sofferto la fame nella propria infanzia. Stava molto meglio di molti suoi compagni di scuola.Che cosa aveva prodotto questo terribile odio contro Dio?A una età in cui ogni giovanotto normale ha sogni di far del bene agli altri e di preparare una bella carriera per se stesso, perché dovrebbe aver scritto questi versi nel suo poema Invocazione d'un disperato?
Su in alto costruirò il mio trono,
Fredda e tremenda sarà la sua vetta.
Terrore superstizioso ne sarà il baluardo,
Suo ministro, l'angoscia più nera.
Chi lo guarderà con occhio sano
Distoglierà pallido e muto come morto lo sguardo,
Afferrato da forza di morte cieca e tremante.
Possa la buona sorte scavargli la tomba 7.
Marx sognava di rovinare il mondo creato da Dio. In un altro poema diceva:
Potrò allora marciare in trionfo,
Come un dio, fra le rovine del loro regno.
Ogni mia parola è fuoco e azione
Il mio petto è uguale a quello del Creatore 8.
Le parole «Su in alto costruirò il mio trono» e la confessione che da colui che siede su questo trono, emaneranno soltanto terrore e angoscia, ci rammentano l'orgogliosa vanteria di Lucifero: «Io salirò in cielo, eleverò il mio trono al disopra delle stelle di Dio» (Is 14, 13).
Ma perché Marx desidera questo trono?
La risposta si trova in un dramma poco conosciuto che compose anche durante i suoi inni da studente.
Si intitola Oulanem. Per spiegare questo titolo bisogna fare una digressione.
Esiste una «chiesa satanica».
Uno dei suoi riti è la messa nera, che i satanisti recitano a mezzanotte.
Nei candelieri sono poste candele nere rovesciate.
Il «sacerdote» dice tutto ciò che è prescritto nel libro di preghiere, ma le legge dalla fine verso il principio; i nomi della divinità vengono letti pronunciandoli alla rovescia.
Un crocifisso è fissato pure alla rovescia, oppure viene calpestato.
Durante la messa nera viene bruciata una Bibbia.
Tutti i presenti promettono di commettere ogni peccato, e di non fare mai nulla di buono.
Segue un'orgia.
È caratteristico che Oulanem sia un'inversione del nome biblico di Gesù (Emanuele) che in ebraico significa «Dio con noi».
Simili inversioni di nomi sono caratteristici della magia nera; saremo capaci di capire il dramma Oulanem soltanto alla luce di una strana confessione che Marx fece in un poema chiamato Il giocatore 9, più tardi rappresentato da lui stesso e dai suoi seguaci:
Sorgono i vapori infernali e mi riempiono il cervello
Sin che impazzisco e mi si cambia il cuore.
Vedi tu questa spada?
Me l'ha venduta il prìncipe delle tenebre.
Per me batte l'ore e dà i segni.
Sempre più audacemente suono la danza della morte.
Questi versi assumono uno speciale significato, quando apprendiamo che nei riti della più alta iniziazione nel culto satanista viene venduta al candidato una «spada incantata» che garantisce il successo.
Egli la paga firmando un patto col sangue estratto dai suoi polsi, per cui la sua anima, dopo morte, apparterrà a Satana
Cito ora dal dramma Oulanem:
Ed essi son anche Oulanem, Oulanem.
Il nome risuona ancora come la morte,
Risuona ancora sino a spegnersi miseramente 10.
Ho però nelle mie giovani braccia,
Di che stringervi e schiacciarvi (l'umanità personificata)
Con la forza d'una tempesta,
Mentre per entrambi l'abisso si disserra nel buio.
Sprofonderai, ed io ti seguirò ridendo,
Sussurrandoti all'orecchio,
«Discendi,
Vieni con me, amico»! 11
Marx desidera trascinare tutta l'umanità nell’abisso riservato per il diavolo e i suoi angeli (Ap 20, 3).
Chi parla attraverso Marx in questo dramma?
È ragionevole attendersi che un giovane studente mantenga come sogno della sua vita la visione dell'umanità, mentre penetra nell'abisso delle tenebre eterne, mentre egli stesso ride seguendo coloro che ha guidato verso l'incredulità?
In nessun luogo al mondo questo ideale è coltivato, eccetto che nei riti iniziatici della chiesa satanista, ai suoi gradi più elevati.
Viene il momento della morte, per Oulanem.
Le sue parole sono:
Rovina, rovina. Il mio tempo è trascorso.
L'orologio s'è fermato, la minuscola casa è crollata.
Presto stringerò al mio petto l'eternità
Presto ululerò colossali anatemi sull'umanità 12.
Erano piaciute a Marx le parole di Mefistofele nel Faust: «Tutto ciò che esiste, merita d'essere distrutto».
Tutto: compreso il proletariato e i compagni.
Marx citava queste parole in Il 18 Brumaio 13.
Stalin (1878-1953) si è fondato su quelle, e ha distrutto la sua stessa famiglia.
La sètta satanista non è materialista: crede nella vita eterna.
Oulanem, la persona in nome della quale Marx parla, non contesta la vita eterna.
Egli la afferma, però come una vita d'odio esaltato all'estremo.
Merita osservare che eternità, per i demoni, significa «tormento».
È lo stesso per Marx:
Ah! L'eternità! È il nostro perpetuo dolore,
Un'indescrivibile, incommensurabile Morte 14.
Incominciamo a capire che cosa sia accaduto al giovane Marx.
Era partito da convinzioni cristiane, ma non aveva condotto una vita ad esse adeguata.
La sua corrispondenza col padre dà testimonianza del suo sperperare grandi somme di danaro in divertimenti e del suo continuo contestare l'autorità paterna circa questo ed altro.
Allora verosimilmente può essere avvenuto il suo indottrinamento nella chiesa altamente segreta di Satana, e che sia stato iniziato ai suoi riti.
Satana, che i suoi adoratori vedono nelle loro orge allucinanti, parla per loro bocca.
Così Marx ne è soltanto il portavoce quando nel suo poema Invocazione d'un disperato pronuncia le parole: «Io desidero vendicarmi contro quell'Uno che regna lassù».
Ed ecco la fine di Oulanem:
Se vi è qualcosa che possa distruggere,
Vi piomberò dentro, anche se porterò il mondo
Nella rovina.
Il mondo che sorge fra me e l'abisso,
Lo farò a pezzi, con le mie
Durevoli maledizioni.
Stringerò fra le mie braccia la sua dura realtà,
Abbracciandomi, il mondo perirà in silenzio,
E sprofonderà nell'estremo nulla
Perire, senza esistenza: questo sarebbe
Realmente vivere 15.Marx è stato ispirato probabilmente dalle parole del marchese de Sade (1740-1814): «Aborro la natura [...], vorrei spaccare il suo pianeta, ostacolare il suo procedere, arrestare le orbite degli astri, rovesciare i globi che galleggiano nello spazio, distruggere ciò che serve la natura, proteggere ciò che le nuoce, in una parola desidero insultarla nelle mie opere [...]. forse saremo capaci di attaccare il Sole, privarne l'Universo o adoperarlo per dar fuoco al mondo. Questi sarebbero veri delitti».
Perché de Sade e Marx volevano propagare cose tanto orribili?
Il primo lo dice.
Egli loda gli scrittori che hanno come unico scopo, quando stampano i loro spaventevoli sistemi, di estendere dopo la loro morte il numero dei loro delitti.
Non possono più commetterli, ma i loro scritti maledetti fanno sì che gli uomini li compiano, e questa «dolce idea» li conforta sul letto di morte.
In Oulanem Marx segue l'obiettivo del diavolo: consegnare alla dannazione l'intera razza umana.
Oulanem è probabilmente l'unico dramma al mondo in cui tutti i personaggi sono consapevoli della loro corruzione, e la ostentano e la celebrano con convinzione.
In questo dramma non c'è bianco e nero, non vi esistono Claudio e Ofelia, Jago e Desdemona.
Qui tutti son neri e rivelano aspetti mefistofelici. Tutti sono satanici, corrotti e dannati dal destino.
Il programma della sua vita era già stabilito.
Non vi era accenno di servire l'umanità, il proletariato o il socialismo. Desiderava portare il mondo in rovina.
Desiderava costruire per sé un trono la cui difesa doveva essere il brivido di paura degli uomini.
La seguente citazione è tratta da un epigramma di Marx su Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) 16:
Perché ho scoperto il più alto,
E perché ho trovato il più profondo, con la meditazione,
Son grande come un Dio;
Come Lui, mi rivesto dell'oscurità 17.
Nel suo poema La vergine pallida 18 Marx scrive:
Così ho perduto il cielo, Lo so ben io.
La mia anima, un tempo fedele a Dio,
È destinata all'inferno.
Non c'è bisogno di commenti.
All'inizio, Marx aveva ambizioni artistiche.
I suoi poemi e il dramma sono importanti in quanto rivelano il suo stato d'animo; ma essendo privi di valore letterario non ricevettero nessun riconoscimento.
La mancanza di successo nel dramma ci ha dato un Joseph Goebbels (1897-1945), il ministro nazionalsocialista della propaganda; l'insuccesso in filosofia, ci ha dato un Alfred Rosenberg (1893-1946), il filosofo del razzismo tedesco; la mancanza di successo in pittura ed architettura ci ha dato un Adolf Hitler (1889-1945).
Anche Hitler era poeta.
Si può star certi che non abbia mai letto le poesie di Marx, la somiglianza però è sorprendente.
Nei suoi poemi egli cita le stesse pratiche sataniste.
Ne cito una:
Nelle notti tempestose vado talvolta
Alla quercia di Wotan nel silente giardino
Per stringere un patto con le forze oscure [...].
Il chiaro di luna fà apparire caratteri runici
Tutti coloro che erano straordinari durante il giorno
Diventano piccoli di fronte alla formula magica 19.
Wotan è il dio principale della mitologia tedesca.
I caratteri runici erano i segni che a quei tempi si usavano per scrivere.
Hitler abbandonò ben presto la carriera poetica; così Marx, che la cambiò per quella di un rivoluzionario in nome di Satana, contro una società che non aveva apprezzato i suoi poemi.
Questo, è in modo persuasivo un motivo per la sua ribellione; un altro motivo, l'essere disprezzato per le sue origini eleanor marx ebraiche.
Due anni dopo le preoccupazioni espresse da suo padre, nel 1839, il giovane Marx scrisse «La differenza fra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro», nella prefazione della quale si allineava con Eschilo: «Nutro odio contro tutti gli dèi» 20.
Egli specificava dicendo di essere contro tutti gli dèi in terra e in cielo che non riconoscono l'autoconsapevolezza umana come la divinità suprema.
Marx era un nemico dichiarato di tutti gli dèi, un uomo che aveva acquistato la sua spada dal principe delle tenebre, al prezzo della propria anima.
Aveva dichiarato che il proprio scopo era l'attirare tutta l'umanità nell'abisso, e seguirla ridendo.
Sua figlia Eleanor (1855-1898) dice che, quando erano bambine, Marx aveva raccontato molte storie a lei e alle sue sorelle.
Quella che le piaceva di più parlava di un certo Hans Rockle. «Il racconto di quella storia durava mesi e mesi, perché era una storia lunga, lunga, e non finiva mai.
Hans Rockle era una strega [...] che aveva un negozio con giocattoli e molti debiti
[...] Benché fosse una strega, era sempre in ristrettezze finanziarie.
Perciò doveva vendere, contrariamente alla propria volontà, tutte le sue cose belle, l'una dopo l'altra, al diavolo [...].
Alcune di queste avventure erano orribili, e facevano rizzare i capelli» 21.
È normale per un padre raccontare ai suoi bambini piccini storie terrificanti circa il vendere al diavolo i proprî tesori più cari?
Robert Payne (1911-1983), nel suo libro Marx (1968) 22, racconta anche lui di questo fatto con ampi particolari, come riferiti da Eleanor.
Come l'infelice Rockle, la maga, vendesse i giocattoli con riluttanza.
Tenendoseli stretti fino all'ultimo momento.
Ma dato che aveva fatto un patto col diavolo, non c'era scampo.
Il biografo di Marx continua: «Scarsi dubbi possono esservi che quelle storie interminabili fossero autobiografiche [...].
Egli aveva la visione del mondo del diavolo, e la sua malignità.
Talvolta sembrava sapesse che stava compiendo opere di male» 23.
Quando Marx aveva finito Oulanem e gli altri suoi primi poemi in cui scriveva di avere un patto col diavolo, non pensava al socialismo.
Addirittura lo combatteva.
Era redattore di una rivista tedesca, la Rheinische Zeitung 24, che «non concede alle idee comuniste neppure una validità teorica nell'attuale forma, tanto meno desidera la loro realizzazione pratica, che ad ogni modo considera impossibile [...].
I tentativi da parte delle masse di applicare le idee comuniste, possono trovar risposta col cannone non appena diventino pericolosi».
Marx incontra Hess e Bakunin
Dopo di aver raggiunto questa fase del suo pensiero, Marx conosce l'ebreo Moses Hess (1812-1875), l'uomo che rappresentò la parte più importante nella sua vita, e che gli fece abbracciare l'ideale socialista.
Hess lo chiama «il dottor Marx, il mio idolo, che darà l'ultimo calcio alla karl marx e i proletari religione»
Ecco, dunque, il suo primo scopo era dare un calcio alla religione, non era il socialismo.
Georg Jung, altro amico di Marx in quell'epoca, nel 1841 scrive ancor più chiaramente che Marx di certo scaccerà Dio dal suo cielo e gli farà addirittura causa.
Queste erano dunque le aspettative di coloro i quali iniziarono Marx alle profondità del satanismo.
Non era affatto vero che Marx albergasse ideali sociali elevati al proposito di aiutare l'umanità, che la religione fosse un ostacolo per l'adempimento di questo ideale, e che per questa ragione Marx avesse abbracciato un atteggiamento antireligioso.
Marx già odiava ogni nozione di Dio, e in particolare il cristianesimo.
Era disposto ad essere l'uomo che avrebbe cacciato Dio.
Tutto ciò prima ancora che avesse aderito al socialismo.
Il socialismo era soltanto l'esca per indurre proletari e intellettuali ad abbracciare questo diabolico ideale.
Quando i sovietici, ai primi tempi, adottarono lo slogan «scacciamo i capitalisti dalla terra e Dio dal cielo», non facevano che adempiere il retaggio di Karl Marx.
Una delle peculiarità della magia nera, come abbiamo già detto, sta nell'inversione dei nomi.
Le inversioni permeavano a tal punto tutto il modo di pensare di Marx, che egli le adoperava dovunque.
Rispose alla Filosofia della miseria di Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) con un altro volume intitolato La miseria della Filosofia; scrisse anche «Dobbiamo usare anziché l'arma della critica, la critica delle armi» 26, ecc... Marx non parlava molto, pubblicamente, di metafisica, ma possiamo dedurre il suo modo di vedere dalle persone con le quali si incontrava.
Uno dei suoi compagni nella Prima Internazionale era l'anarchico russo Mikhail Bakunin (1814-1876), che scriveva: «Il maligno rappresenta la ribellione satanica contro l'autorità divina, ribellione nella quale vediamo il germe fecondo di tutte le emancipazioni umane, la Rivoluzione.
I socialisti si riconoscono l'un l'altro con le parole: "Nel nome di Colui al quale è stata commessa una grande ingiustizia".
Satana è l'eterno ribelle, il primo libero pensatore ed emancipatore dei mondi.
Egli fà sì che l'uomo si vergogni della sua bestiale ignoranza e obbedienza; lo emancipa, imprime sulla sua fronte il suggello della libertà e dell'umanità, spronandolo a disobbedire e a mangiare il frutto della conoscenza» 27.
Bakunin non si limita a lodare Lucifero; ha un programma concreto di rivoluzione, ma non tale da liberare il povero dallo sfruttamento.
Egli scrive: «In questa rivoluzione dovremo risvegliare il diavolo nelle persone, dovremo attizzare in loro le più basse passioni.
La nostra missione è distruggere, non edificare. La passione per la distruzione è una passione creativa».
Karl Marx formò la Prima Internazionale insieme con Bakunin, e avallò questo strano programma.
Marx e Friedrich Engels (1820-1895) dissero ne Il Manifesto del Partito Comunista che il proletario vede la legge, la moralità e la religione, come «altrettanti pregiudizi borghesi, dietro i quali si nascondono in agguato altrettanti interessi borghesi» 28.
Bakunin rivela che Proudhon, un comunismo è morte altro dei principali pensatori socialisti, che in quell'epoca era amico di Karl Marx, «adorava anche lui Satana» 29.
Hess aveva presentato Marx a Proudhon, che aveva adottato per la sua capigliatura lo stesso stile tipico della sètta satanica del XIX secolo di Joanna Southcott (1750-1814).
Proudhon ne La filosofia della miseria, dichiarava: «Vieni, Satana - egli esclama - calunniato dai piccoli e dai re.
Dio è stupidità e codardia; Dio è ipocrisia e falsità; Dio è tirannia e povertà; Dio è malvagio [...]. Io giuro, Dio, con la mano distesa verso il cielo, che non sei niente più che l'esecutore della mia ragione, lo scettro della mia coscienza» 30.
Simili pensieri non sono originali, sono il contenuto usuale delle prediche nel culto satanista.
Più tardi Marx litigò con Proudhon, e scrisse un libro per contraddire La filosofia della miseria.
Ma Marx contraddiceva soltanto dottrine economiche di minore importanza.
Non aveva obiezioni alla ribellione demoniaca di Proudhon.
Heinrich Heine (1797-1856), il celebre poeta ebreo tedesco, era un terzo amico intimo di Marx. Era anche lui un appassionato di Satana, che descriveva come «delizioso e affascinante» 31. Marx la pensava come queste persone del suo ambiente. Anatoly Lunacharsky (1875-1933), un filosofo eminente che era stato ministro dell'Educazione nell'Unione Sovietica, scrisse in Socialismo e Religione che Marx aveva messo da parte ogni contatto con Dio e aveva portato Satana alla testa delle colonne in marcia del proletariato 32.
A questo punto è essenziale dichiarare fermamente che Marx e i suoi compagni, sebbene «anti-Dio», non erano atei come si descrivono i marxisti attuali.
Infatti, sebbene inveissero apertamente contro Dio e lo insultassero, essi odiavano un Dio nel quale credevano Non è la sua esistenza che viene contestata; ma la sua supremazia.Quando la rivoluzione scoppiò in Parigi nel 1871, il comunardo Flourens dichiarò: «Il nostro nemico è Dio. L'odio verso Dio è il principio della saggezza». Marx lodava altamente i comunardi, che proclamavano apertamente questo fine Ma che cosa ha a che fare tutto ciò con una più equa distribuzione dei beni, o con migliori istituzioni sociali? Queste sono soltanto bardature esteriori per nascondere lo scopo reale: lo sradicamento totale di Dio e del suo culto. Le prove di ciò sono nei Paesi come la Cina Rossa, l'Albania, la Corea del Nord, dove sono state chiuse tutte le chiese.
Poesia diabolica
Nei poemi di Marx Invocazione di un disperato e Orgoglio umano, la suprema invocazione dell'uomo è per la propria grandezza. Se l'uomo è condannato a perire attraverso la propria grandezza ribelle, sarà una catastrofe cosmica, ma egli morirà come un essere divino, compianto dai demoni. La ballata di Marx Il Giocatore registra le lamentele del cantore contro Dio. Emerge dai tenebrosi abissi dell'inferno «che tormenta la mente ed ammalia il cuore, e la sua danza è la danza della morte» 33. Il menestrello sguaina la sua spada e la getta nell'anima del poeta. L'arte che emerge dai tenebrosi abissi dell'inferno, e tormenta la mente...Questo ci ricorda le parole del rivoluzionario ebreo americano Jerry Rubin (1938-1994) in Do It!: «Abbiamo combinato gioventù, musica, sesso, droga e ribellione, col tradimento: e questa è un combinazione difficile da battere» 34. Nel suo poema Orgoglio umano Marx ammette che il suo scopo non è di migliorare il mondo, riformarlo o rivoluzionarlo, ma semplicemente di rovinarlo e godere al vederlo andare in rovina:
Con sdegno lancerò il mio guanto
Sulla faccia del mondo, in pieno,
E vedrò il crollo di questo pigmeo gigante
La cui caduta non spegnerà il mio ardore
Andrò poi, come un dio vittorioso, alla ventura
Tra le rovine del mondo
E dando alle mie parole forza d’azione
Mi sentirò pari al Creatore 35.
Le vite devastate di Marx e di Engels
Arnold Künzli (1832-1908), nel suo volume Karl Marx: uno psicodramma 36 descrive la vita di Marx, nella quale sono inclusi i suicidi di due figlie e di un genero. Tre figli morirono di malnutrizione Anche la figlia Laura (1845-1911), sposata col socialista Paul Lafargue (1842-1911), vide morire tre dei suoi figlioli. Quindi lei e il bruno bauer marito si uccisero insieme. Un'altra figlia, Eleonor, decise di fare lo stesso col marito. Essa morì, lui si ritirò all'ultimo momento. Marx non sentì nessun obbligo di guadagnarsi di che mantenere la propria famiglia, benché avesse potuto farlo facilmente data la sua vasta conoscenza delle lingue. Visse accattando da Engels. Ebbe un figlio illegittimo da una delle sue donne di servizio, e più tardi lo attribuì a Engels, che accettò di Beveva forte. David Ryazanov (1870-1938), Direttore dell'Istituto Marx-Engels di Mosca, ammette questo fatto nel suo libro Karl Marx, uomo, pensatore e rivoluzionario 37. Visto che abbiamo citato Engels, è opportuno dire qualche parola a suo proposito. Engels era stato educato in una famiglia pietista, e nella sua gioventù aveva composto bellissimi poemi cristiani. Dopo che ebbe conosciuto Marx, scrisse di lui: «Chi si dà alla caccia con ardore selvaggio? Un uomo tenebroso di Treviri» (luogo di nascita di Marx); «Un notevole mostro. Non cammina né corre, balza sui talloni e infierisce, pieno d'ira come se volesse afferrare la tenda ampia dei cieli e gettarla sulla terra. Distende le braccia in alto nell'aria; stringe i pugni minacciosi e infuria incessantemente, come se diecimila diavoli lo trascinassero per i capelli» 38.
Bauer scriveva al suo amico Arnold Ruge (1802-1880), anche lui amico di Marx e di Engels, il 16 dicembre 1841: «Qui all'Università tengo le mie lezioni dinanzi a un vasto pubblico.
Non riconosco me stesso quando pronuncio dalla cattedra le mie bestemmie!
Sono tanto grandi che questi ragazzi, che nessuno dovrebbe offendere, alla fine hanno i capelli ritti [...]. Il mio spirito blasfemo sarà soddisfatto soltanto se sarò autorizzato a predicare apertamente come professore del sistema ateo» 40.
L'uomo che convinse Engels a diventare comunista fu lo stesso Moses Hess che aveva già convinto Marx.
Dopo aver conosciuto Engels a Colonia, Hess scrive: «Si separò da me come un comunista ultra zelante.
È così che produco devastazioni» 41.
Produrre devastazioni: era questo lo scopo supremo di Hess nella vita?
Rolv Heuer descrive la vita finanziaria sregolata di Marx, in Genio e ricchezze: «Mentre era studente aarnold ruge Berlino, il figlio di papà Marx riceveva settecento talleri l'anno come assegno» 42.
Questa era una somma enorme perché a quell'epoca soltanto un 5% della popolazione aveva un reddito annuo superiore ai trecento talleri.
Durante il corso della sua vita Marx ricevette da Engels circa sei milioni di franchi francesi (cifre dell'Istituto Marx-Engels).
Egli bramava sempre qualche eredità.
Mentre un suo zio era in agonia, Marx scrisse: «Se quel cane morisse, io sarei fuori dai guai» 43, al che Engels rispondeva: «Mi congratulo con voi per la malattia di colui che ostacola un'eredità, e spero che la catastrofe accada adesso» 44.
Quindi il «cane» morì.
Marx scrive, in data 8 marzo 1855: «Un evento molto lieto. Ieri ci è stato detto della morte dello zio novantenne di mia moglie. Mia moglie riceverà circa cento lire sterline; anche di più, se il vecchio cane non ha lasciato una parte del suo danaro alla signora che amministrava la sua casa».Non aveva sentimenti più gentili per coloro che gli erano molto più vicini di quello zio. Non era in relazione con la propria madre.Nel dicembre 1863 scrisse a Engels: «Due ore fa è arrivato un telegramma per dirmi che mia madre è morta. Il Fato aveva bisogno di prendere un membro della famiglia. Io avevo già un piede nella tomba. In queste circostanze, sono più necessario io che la vecchia donna. Debbo andare a Treviri per l'eredità» 45.Questo è tutto ciò che aveva da dire a proposito della scomparsa di sua madre.Marx perdette molto denaro alla Borsa, dove lui, l'economista, sapeva soltanto perdere.Dato che la sètta satanista è strettamente segreta, esistono solo pochi indizi sulla possibilità che Marx le fosse legato. Un altro anello della catena di prove già considerate potrebbe trovarsi nella sua stessa vita sregolata. Marx era un intellettuale di grosso calibro, e così anche Engels.Ma la loro corrispondenza è piena di oscenità, non comuni davvero in quella classe sociale.Il turpiloquio vi abbonda, e non c'è una sola lettera nella quale si senta un idealista che parla del suo sogno umanistico o socialista.Benché fosse ebreo, quanto a stirpe, Marx scrisse un libro anti-ebraico intitolato La questione ebraica.Nel 1856, scrisse sulla New York Tribune un articolo intitolato «Il prestito russo» nel quale leggiamo: «Sappiamo che dietro ogni tiranno c'è un ebreo, come c'è un gesuita dietro ogni papa. Come l'esercito dei gesuiti uccide ogni libero pensiero dal quale il desiderio degli oppressi potrebbe avere possibilità di successo, così l'utilità delle guerre promosse dai capitalisti cesserebbe, se non fosse per gli ebrei che rubano i tesori dell'umanità [...]. Il fatto che gli ebrei siano diventati tanto forti da mettere in pericolo la vita del mondo, ci induce a svelare la loro organizzazione, i loro scopi, affinché il loro lezzo possa risvegliare i lavoratori del mondo a combatterli e ad eliminare un simile cancro» 46. Forse che Hitler diceva di peggio?Molti altri comunisti ebrei imitarono Marx nel suo odio contro gli israelitiL'ebrea Ruth Fisher (1895-1961), ben nota dirigente comunista tedesca, membro del Parlamento, disse: «Schiacciate i capitalisti ebrei, appiccateli alle lanterne; calpestateli sotto i vostri piedi» 47.Perché soltanto i capitalisti ebrei e non anche gli altri? È una domanda che rimane Nikita Kruscev senza risposta.
Marx odiava gli ebrei, ma anche i tedeschi.Egli parlava dello «stupido popolo tedesco [...], la disgustosa ristrettezza mentale nazionale dei tedeschi», e diceva che «tedeschi, cinesi ed ebrei debbono essere paragonati a venditori ambulanti e piccoli commercianti» 48.I russi, li chiamava «mangia cavoli» 49. ÙI popoli slavi «rifiuti etnici» 50.Nel suo riepilogo annuale del 1848, Marx scrive della «plebaglia slava», in cui sono compresi russi, cèchi e croati.Queste «razze retrograde» non potevano attendersi nulla dal destino, all'infuori «dell'immediato compito di perire nella tempesta rivoluzionaria del mondo.La futura guerra mondiale farà scomparire dalla faccia della Terra non solo le classi reazionarie e le dinastie, ma interi popoli reazionari..E questo sarà il progresso.Il loro stesso nome scomparirà» 51.
Engels scriveva seguendo lo stesso filone: «La prossima guerra mondiale sarà causa della scomparsa di molti popoli reazionari.Anche questo è progresso» 52.Marx identificava la gente nera con l'espressione «idioti» e nella corrispondenza privata faceva uso del termine nigger («negro»), che in America è considerato offensivo. Chiamava il suo rivale, Ferdinand Lassalle (1825-1864), «the jewish nigger», come chi dicesse «quel negraccio giudaico», e precisava chiaramente che non lo intendeva come epiteto di disprezzo per una sola persona. «Mi appare ora assolutamente chiaro che, come dimostrano tanto la forma della sua testa che la struttura dei suoi capelli, discende dai negri che presero parte alla fuga di Mosè dall'Egitto (a meno che sua madre o sua nonna dal lato paterno non abbiano avuto un'ibridazione con un negro) [...]. L'indiscrezione con la quale si fà avanti è anche tipicamente negresca».Marx difendeva anche lo schiavismo nord-americano. Per questo litigò col suo amico Proudhon.Quest'ultimo aveva preconizzato l'emancipazione degli schiavi negli Stati Uniti.Marx aveva risposto: «Senza lo schiavismo, l'America del Nord, il Paese dove è maggiore il progresso, si trasformerebbe in un Paese patriarcale. Cancella l'America del Nord dalla carta del mondo, e avrai l'anarchia: il completo decadimento del commercio e della civiltà moderni. Abolisci la schiavitù ed avrai cancellato l'America dalla carta delle nazioni» 53.Marx scrisse anche To the devil the British («Al diavolo i britannici») 54.Ralph Buultjen pubblicò un libro intitolato Il segreto mortale di Karl Marx.In esso dimostrava che Marx aveva generato un figlio illegittimo e occultò il fatto, conformandosi così alla morale vittoriana. Engels accettò di far passare il bambino come suo, ma non se ne occupò mai; cosicché crebbe in povertà. Ne Il Manifesto del Partito Comunista Marx aveva inveito contro i capitalisti, «che avevano a loro disposizione le mogli e le figlie dei loro proletari».
Marx aveva avuto questo bambino dalla sua donna di servizio Helen Demuth (1820-1890).
La figlia preferita di Marx era Eleanor.
La chiamava Tussy, e diceva frequentemente «Tussy è come me».
Essa fu sconvolta quando seppe di quel fatto da Engels sul letto di morte.
Si uccise più tardi, come fece anche sua sorella Laura.
C'è anche una macchia ancor più oscura nella vita del grande rivoluzionario Karl Marx.
Il periodico tedesco Reichsruf, del 9 gennaio 1960, pubblicò la notizia che il Cancelliere austriaco Raabe aveva regalato a Nikita Kruscev (1894-1971), allora dittatore dell'Unione Sovietica, una lettera originale di Karl Marx.
Kruscev non la gradì, perché era una prova che Marx era stato un informatore prezzolato della Polizia austriaca, che spiava sui rivoluzionari. La lettera era stata trovata accidentalmente in un archivio segreto.
Dimostrava che Marx, informatore della polizia, forniva notizie contro i suoi compagni durante il suo esilio a Londra.
Per ogni notizia riceveva venticinque dollari.
Le sue comunicazioni riguardavano gli esuli rivoluzionari in Londra, Parigi e nella Svizzera.
Uno di coloro contro i quali informava era Ruge, che si considerava un amico intimo di Marx.
Esistono ancora lettere fra Marx e Ruge improntate a una relazione di cordiale amicizia.
Con l'approvazione di suo padre, Eleanor sposò Edward Aveling (1849-1898), un amico della teosofa Annie Besant (1847-1933); egli era una personalità spiccata nel satanismo.
Faceva conferenze su argomenti come La malvagità di Dio 55.
Nelle sue conferenze, egli tentava di dimostrare Dio è «un incoraggiatore della poligamia e un istigatore del furto», e pretendeva il diritto a bestemmiare 56.
L'autore di L'Io e la sua proprietà era uno degli amici di Marx.