Gnosticismo - origini
Origini[modifica | modifica wikitesto]
Le origini dello gnosticismo sono state per lungo tempo oggetto di controversia e sono tuttora un interessante soggetto di ricerca. Più queste origini sono studiate, più sembra che le sue radici affondino in epoca precristiana. Mentre in precedenza lo gnosticismo veniva considerato soprattutto una delle eresie del cristianesimo, sembra che le prime tracce di sistemi gnostici possano essere trovate già alcuni secoli prima dell'era cristiana. Al quinto Congresso degli Orientalisti tenutosi a Berlino nel 1882, Rudolf Kessler[9] fece notare il collegamento tra gnosis e religione della Mesopotamia, ma non la religione originale sumero-accadica, quanto la religione sincretica che si sviluppò dopo la conquista della regione da parte di Ciro il Grande e la diffusione nella stessa dello zoroastrismo. Sette anni più tardi, nel 1889, Wilhelm Brandt pubblicò il suo Mandäische Religion,[10] in cui descriveva il mandeismo, l'unica scuola gnostica sopravvissuta ininterrottamente fino ai nostri giorni, come una forma così chiara di gnosticismo, da essere prova che lo gnosticismo esistette indipendentemente e anteriormente al cristianesimo.
Molti studiosi, invece, hanno ricercato la fonte delle teorie gnostiche nel mondo ellenistico e, specialmente, nella città di Alessandria d'Egitto. Nel 1880, Manuel Joël[11] cercò di provare che l'origine di tutte le teorie gnostiche sia rintracciabile in Platone. Anche se la tesi su Platone può essere considerata come una forzatura, l'influenza greca sulla nascita e sullo sviluppo dello gnosticismo non può essere negata. In ogni caso, che il pensiero alessandrino abbia avuto qualche influenza, almeno nello sviluppo dello gnosticismo cristiano, è dimostrato dal fatto che la maggior parte della letteratura gnostica di cui siamo in possesso ci proviene da fonti egiziane in lingua copta.
Quando Ciro il Grande entrò a Babilonia nel 539 a.C., si incontrarono due grandi scuole di pensiero, quella mesopotamica e quella iraniana, e iniziò una fase di sincretismo religioso. L'idea della lotta titanica tra bene e male, che pervade l'universo in eterno, è l'idea da cui deriva lo zoroastrismo, o dualismo iraniano. Questo, e l'immaginata esistenza di innumerevoli spiriti intermedi, angeli e demoni, fu la spinta che fece superare le idee del sumero-accadismo. D'altra parte la fiducia incrollabile di tale substrato culturale nell'astrologia e la convinzione che il sistema planetario abbia un'influenza totale sugli affari di questo mondo si sviluppò proprio tra i caldei. La grandezza dei Sette (la Luna, Mercurio, Venere, Marte, il Sole, Giove, e Saturno), la sacra Ebdomade, simboleggiata per millenni dalle torri di Babilonia a sette gradini di sette colori, non fu sminuita. I Sette cessarono di essere adorati come divinità, ma furono reinterpretati come arconti e dynameis, regolatori e poteri, la cui quasi irresistibile forza contrastava l'uomo. Furono reinterpretati come daeva, spiriti maligni, secondo l'inversione terminologica zoroastriana (nella quale il termine daeva viene a significare, di contrasto a tutti i sistemi religiosi indoeuropei, non gli spiriti celesti ma i demoni infernali). La religione degli invasori e quella degli invasi si fusero in un compromesso: ogni anima, nella sua ascesa verso il Dio supremo e la luce infinita dell'Ogdoade, doveva combattere contro l'avversa influenza del dio o degli dei dell'Ebdomade. Questa ascesa dell'anima attraverso le sfere planetarie fino al paradiso cominciò ad essere concepita come una lotta con poteri avversi e divenne la prima e predominante linea dello gnosticismo.
La seconda grande linea del pensiero gnostico fu la magia, il potere ex opere operato di nomi, suoni, gesti e azioni. Queste formule magiche, che provocavano risate e disgusto ai non iniziati, non sono corruzioni più tarde della filosofia gnostica, ma una parte essenziale dello gnosticismo e furono osservate in tutte le forme di gnosticismo cristiano. Nessuna gnosis era completa senza la conoscenza delle formule che, una volta pronunciate, permettevano l'annullamento dei poteri ostili. Lo gnosticismo entrò in contatto con l'ebraismo abbastanza presto. Considerando le forti, ben organizzate ed estremamente colte colonie ebraiche nella valle dell'Eufrate, questo primo contatto con il giudaismo è perfettamente naturale. Forse l'idea gnostica di un Redentore deriva proprio dalle speranze messianiche dell'ebraismo. Ma, fin dall'inizio, la concezione gnostica del Salvatore è più sovrumana di quella dell'ebraismo; il loro Manda d'Haye, o Soter, è una manifestazione immediata della Divinità, un Re della Luce, un Æon (Eone).
Le correnti gnostiche sono accomunate dal dualismo Dio/mondo materiale, Dio trascendente/Demiurgo creatore e la concezione del corpo come prigione dell'anima.