Dante Alighieri faceva parte di un ordine segreto iniziatico “I Fedeli d’Amore” insieme a molti altri poeti del Dolce Stil Novo.
In tutti i loro scritti troviamo il simbolismo della Donna inteso come sapienza Trascendente.
Questo simbolismo ricorda molto il concetto di Sophia degli Gnostici.
La Donna eleva l’Uomo al di sopra della conoscenza empirica.
D’altro canto la Divina Commedia è la descrizione della “Discesa agli Inferi” con l’entrata nell’oscurità e la successiva risalita alla Luce. Questa “Discesa agli Inferi” è caratteristica di molte Tradizioni esoteriche come i Misteri dell’antica Grecia o l’Alchimia.
Nel caso dei Fedeli d’Amore, l’iniziazione era legata fortemente ad un’illuminazione interiore ed individuale che veniva antropomorfizzata sotto forma di amore per una donna (o dama), che acquisiva una valenza doppia: da un lato, ella era oggetto dell’amore del Fedele in quanto essere umano e, dall’altro, trasposizione simbolica di quell’anelito d’amore che conduce ad una ricongiunzione col divino.
D’altra parte la parola latina Amor (Amore) è l’antitetico della parola Mors (Morte): a-mors (alfa privativa) ed entrambe le parole derivano dalle analoghe parole in sanscrito, la lingua originaria degli Indoariani.
La Morte era intesa come lo stato ordinario della nostra vita e l’Amore la sua sconfitta.
Oltre Dante appartennero con certezza a questo ordine Cavalcanti, Guinizelli e Raffaello.